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Napoli – Nella riunione presieduta da Eleonora de Majo, nuovo approfondimento sugli interventi in programma nella zona orientale con particolare riferimento ai Piani di Recupero Urbano. Sono intervenuti l’assessore alle Politiche urbane Carmine Piscopo, la dirigente del Servizio Edilizia residenziale pubblica Paola Cerotto, il presidente della Sesta Municipalità Salvatore Boggia e i consiglieri municipali Carmine Esposito, Anna Ferrara, Antonietta Marigliano, Ferdinando Truglio e Imma Veneruso

In apertura la presidente de Majo ha ricordato la riunione di un mese fa sul tema dei Piani Urbanistici Attuativi della zona orientale, durante la quale era emersa l’esigenza di una riflessione sui Programmi di Recupero Urbano, oggi oggetto dell’incontro al quale erano stati invitati anche l’assessore all’Ambiente Del Giudice, assente per impegni su delega del Sindaco, la Regione e la Sma Campania, in merito alla questione dei roghi che si verificano a ridosso dell’estate nell’ambito delle aree oggetto dei Programmi.

La dirigente del servizio Edilizia residenziale pubblica Cerotto ha illustrato le caratteristiche dello strumento dei Programmi di Recupero Urbano e le finalità che la legge assegna loro. Si tratta di strumenti di iniziativa pubblica che prevedono anche la partecipazione del privato, che viene coinvolto per una quota minima, almeno il 25 per cento, del programma finanziario messo alla base del programma. Si tratta di uno strumento attuativo basato non solo sull’equilibrio urbanistico che è alla base del Piano regolatore, ma anche sulla sostenibilità del piano economico-finanziario alla base degli interventi previsti. Sono programmi di riqualificazione urbana, che si muovono su territori connotati da forti elementi di degrado, dove vi sono alloggi di edilizia residenziale pubblica e dove il Comune intende dare una svolta per la riqualificazione di questi ambiti. La normativa di riferimento risale al 93, quindi ad un quadro di tipo economico molto diverso da quello di oggi. Il PRU di Ponticelli nasce nel’ambito dell’Accordo di programma che il Comune ha sottoscritto nel 94 con il Ministero delle Infrastrutture e la Regione Campania e vede una serie di finanziamenti che sono ancora a disposizione del Comune e che attendono di essere riprogrammati e finalmente spesi. Il Programma preliminare ha avuto un primo step di approvazione nel 97, subendo poi diverse modifiche, soprattutto per adeguamenti normativi, con l’ultima risalente al 2001. Successivamente si è dato seguito alla definizione per i vari sub ambiti che compongono il piano e per alcuni, quelli 1 e 2 di attuazione dei privati, si è partiti con le gare, alcune non aggiudicate e il piano ha subito delle variazioni, aggiungendo quote di residenza privata per renderle più appetibili. Dopo l’aggiudicazione, la Regione è entrata nel merito della progettazione, come previsto dalla normativa, determinando però un rallentamento dei tempi e nel frattempo alcune ditte sono fallite, con un blocco delle attività e la necessità di ricominciare daccapo. Nel frattempo, però, è entrata in vigore la nuova delimitazione della zona rossa nell’ambito del piano di emergenza per il rischio Vesuvio, e la normativa ha fatto in modo che tutti gli interventi di edilizia residenziale e tutte le programmazioni non fossero più possibili. E il Pru, che stava faticosamente partendo ha subito una battuta di arresto, come i 48 alloggi del sub ambito 7, finalizzati alla delocalizzazione degli abitanti del Campo Evangelico, di cui ne sono stati realizzati solo 32. Era previsto anche il 5, il Rione de Gasperi, considerato il motore della riqualificazione e dell’accordo di programma, 656 alloggi che dovevano essere demoliti per ricostruirne solo 120, mentre altri dovevano essere dislocati in altre parti del Pru.

Ora occorre rivedere i progetti per immaginare interventi in spazi liberi dalla zona rossa e realizzare edilizia residenziale e trovare zone per realizzare interventi anche appetibili per il privato. L’ultima ipotesi è di realizzare tutta l’edilizia residenziale nuova al di fuori della zona rossa, ma tutto deve essere sorretto dalla disponibilità finanziaria dell’accordo di programma, per cui si stanno aggiornando i costi,  i contenuti, alla luce degli spazi liberi dalla zona rossa. Inoltre la Regione prevede l’applicazione dell’edilizia residenziale integrata a quella sociale ed edilizia residenziale privata, supportato dal terziario e attrezzature. Per il Rione de Gasperi, ad esempio, si sta valutando l’ipotesi di mantenere la parte che può essere riqualificata e limitata ad un’ottantina di alloggi, mentre il resto andrebbe abbattuto, integrando questo insediamento con attrezzature e servizi e creando luoghi diversi da quelli di oggi. Per ogni sub ambito vi è la massima attenzione sulla riprogrammazione, in stretta collaborazione con tutti gli altri servizi.

Sulle prospettive temporali e sui contenuti degli interventi, questioni sollecitate dai rappresentanti della Municipalità. l’assessore Piscopo ha chiarito che molto dipenderà dal lavoro di collaborazione istituzionale che si riuscirà a fare con gli altri enti,  in quanto l’edilizia residenziale pubblica e gli altri servizi stanno facendo un ottimo lavoro, in quanto si interviene in una programmazione che necessita di pareri di organi sovraordinati, finanziamenti complessi, Regione e privati e muovendosi in un regime proprietario molto articolato, in cui si posiziona per esempio anche lo Iacp. Come ogni intervento complesso, finché ci sarà una collaborazione istituzionale che funzionerà, si potranno portare avanti questi interventi. In più vi è tutta la questione di una riconvenzione generale che in questo momento si sta facendo con la Regione, perché la zona rossa, che in un primo momento aveva compreso interi quartieri di Barra S. Giovanni e Ponticelli, il Comune ha poi lavorato per evitare per evitare che la zona orienatale ancora una volta venisse considerata un’area dove si colloca tutto quello che non c’entra nel resto della città. Riprogrammare in un tessuto edilizio già così denso, con livelli di programmazione già tutti progettati non è semplice, e anche la Regione a sua volta eredita un carico notevole.  L’Amministrazione non interviene per piani separati, ma tutto è tenuto in un grande disegno d’insieme. La Q8 sta procedendo con le bonifiche del lotto 2 e ha già completato gli interventi nel blocco 1, quindi le bonifiche procedono, e si è lavorato per l’attuazione di un protocollo con la Regione per il trasferimento di tutto il polo petrolchimico. L’urbanistica, inoltre, ha riaggiornato l’anno scorso il catasto incendi, per evitare che tutti i suoli oggetto di incendio doloso potesserro aprirsi a speculazioni edilizie, così per un certo numero di anni nei territori censiti non si potrà costruire.

Cosimo Silvestro, per la Sma, ha spiegato che si può intervenire in aree a rischio di incendio solo attraverso un protocollo d’intesa, perché la normativa non prevede interventi in aree urbane, ma già con alcune Municipalità è stato utilizzato con successo questo strumento dell’intesa.

La presidente de Majo ha concordato sulla proposta del protocollo d’intesa con la Sma, e per questo sarà informato il competente assessorato all’Ambiente, assicurando che sul tema oggetto del confronto di oggi la commissione manterrà un’attenzione costante.