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Napoli – Una rivoluzione della mobilità cittadina e una profonda riqualificazione dell’area a ridosso della Stazione Centrale. Questi gli obiettivi del progetto Porta Est, esaminato oggi nel corso della riunione della commissione Urbanistica presieduta da Massimo Pepe. Il progetto prevede la costruzione di un nodo intermodale che porterà al rafforzamento delle infrastrutture cittadine favorendone la mobilità attraverso il potenziamento dei binari della Circumvesuviana, con la creazione di un nuovo spazio dedicato all’interno della Stazione Garibaldi,  e la creazione a Porta Nolana di un’area verde.
Il programma propone anche un parcheggio di interscambio modale auto e terminal bus interrato, la dislocazione di sistemi tecnologici ferroviari attivi, un sistema di collegamenti meccanizzati di connessione tra i parcheggi e la stazione, una nuova stazione che ottimizza l’accessibilità tra la metro Linea 2 e la Linea 1 ed infine un asse di collegamento con l’autostrada A3 per l’ingresso diretto al terminal bus e al parcheggio interrato, che consentirà di alleggerire la viabilità ordinaria.
 
È un’opportunità importante di rigenerazione sotto due profili essenziali”, ha spiegato il presidente della commissione Urbanistica Massimo Pepe: “il primo è la realizzazione del grande nodo infrastrutturale, che alleggerirà notevolmente il traffico veicolare della zona; allo stesso modo il progetto va analizzato anche dal punto di vista della riqualificazione urbana, alla luce della previsione di dedicare due polmoni verdi nella città, di circa 20.000 mq, che andranno a coprire l’uno gli ex binari della Circumvesuviana e l’altro un’area a Gianturco”.
 
Un progetto in cui sostanzialmente il ferro e la gomma si incontrano, ha sottolineato l’assessora all’Urbanistica Laura Lieto, che consente di rafforzare la funzione di porta di quell’area creando uno spazio pubblico di qualità in una zona della città dove queste risorse mancano. Per la prima volta, poi, la città affronta la questione del nodo intermodale, un grande scambiatore della mobilità dell’area urbana. Per l’assessora il Consiglio deve dare indicazioni su un’idea di città che non svuoti uno spazio urbano a favore di altri: la partita è riconoscere diritti edificatori maggiori rispetto a 30 anni fa, ma non generare volumi che determinino carenze di servizi nell’ambito, individuando una quota equilibrata che non vada troppo oltre la soglia stabilita dalla legge regionale”.
 
Per Sergio D’Angelo (Napoli Solidale Europa Verde) occorre comprendere i limiti di incremento delle volumetrie entro i quali l’amministrazione vuole orientarsi per non pregiudicare la bontà del progetto. Per il consigliere bisogna contenere l’aumento al minimo indispensabile e prevedere un vincolo per la parte destinata a residenze da destinare ad housing sociale, edilizia economica e sovvenzionata. Anche Rosario Andreozzi (Napoli Solidale Europa Verde) ritiene che il progetto debba rispondere ad esigenze delle fasce fragili della città.
Antonio Bassolino (Misto) ha posto la questione di metodo e di merito: il Consiglio deve dare il mandato al dirigente per la Conferenza dei servizi, sulla base dell’indicazione fornita dall’amministrazione nella delibera di proposta al consiglio. Il progetto delle Ferrovie ha diversi punti positivi per la città,  ma va portato avanti nel rispetto del piano regolatore e senza aumento delle cubature.
 
Anche per Fulvio Fucito (Manfredi Sindaco) va approfondita la questione dell’indice di fabbricabilità,  mentre  Ciro Borriello (M5S) ha confermato la necessità di tener conto del piano regolatore. Cruciale è, per Borriello, il tema degli indici di edificabilità e la sua eventuale saturazione da abbinare a quello delle residenze e delle aree verdi.  
Massimo Cilenti (Napoli Libera) vede nel progetto una possibilità di successo e di sviluppo di una area molto problematica. Sicuramente vanno approfonditi alcuni aspetti come la sezione relativa ai servizi pubblici, ma l’approccio corretto è accogliere l’opportunità e non contrapporsi.