- Pubblicità -
Tempo di lettura: 3 minuti

Napoli – Questa mattina in piazza Sette Settembre ha avuto luogo una nuova protesta da parte dei ristoratori che non possiedono spazio all’aperto e che chiedono solo di poter lavorare al pari dei loro colleghi.

Da quando è iniziata la pandemia sono molte le categorie di lavoratori che rischiano di non poter neanche mettere il piatto a tavola. Tra questi c’è anche il settore della ristorazione. Fortunatamente dallo scorso lunedì, con l’avvento della zona gialla, è stata concessa la riapertura alla clientela. Ma questo non vale per tutti.

Infatti è possibile gustarsi una buona pizza, un piatto di pasta o un drink solo in quei locali che possiedono spazio esterno. Per coloro che non hanno a disposizione tale superfice continuano ad esserci tante difficoltà

Al momento per questa ultima categoria di locali è prevista la riapertura dal 1 giugno. Una riapertura che soddisfa ben poco i ristoratori. Per loro varrà la regola di stare aperti solo a pranzo. Eppure i cinema, i teatri, e tanti altri luoghi al chiuso stanno riaprendo, proprio per questo che alcuni ristoratori, proprietari di locali senza spazio esterno, sono di nuovo scesi in piazza per protesta. 

Proprio come ha fatto Domenico Iuliucci di “Biancomangiare” noto locale in pieno Centro di Napoli. Queste le sue parole ai nostri microfoni: “Questa protesta è d parte di noi ristoratori che non abbiamo tavolini all’aperto. Dobbiamo aspettare il 1 giugno e possiamo farlo solo a pranzo. Atto davvero discriminante perché la stessa attività alcuni possono aprire ed altri no. Noi con 40 giorni di ritardo e solo per mezza giornata. Una cosa ingiusta. Anche perché ora hanno riaperto cinema e teatri al chiuso. Non vedo perché un ristorante, con capienza ridotta e con tutto il rispetto per le norme, non possa aprire. Non esiste nessuno studio che rivela che il covid si mischia al ristorante. Stanno distruggendo la nostra categoria. Ci danno pochissimi sostegni, anzi, atti di carità. Dopo 4 o 5 mesi di questi “ristori” non paghiamo neanche le bollette della luce”.

Credi che aprendo i ristoranti anche a cena la gente possa ammassarsi meno in strada?
“Aprendo la sera c’è un po’ più di dispersione, quindi con molti più locali lke persone possono essere più sotto controllo evitando assembramenti”.

Se le cose non dovessero cambiare, e quindi con la dovuta riapertura fissata al solo pranzo (1 giugno), credi che tutti i locali senza servizio esterno possano continuare a mantenersi?
“Se le cose non cambiano diventa difficile per noi mantenerci e diventerebbe un problema ancora più grave e serio di quanto già non lo sia in questo momento. Spero che questa protesta smuovi qualcosa nella mente di chi deve prendere queste decisioni e li invito ad usare anche un po’ di più il cuore”.