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Napoli – A colpi di bare finte e annunci funebri, prosegue il nuovo presidio permanente sotto Palazzo San Giacomo dei dipendenti della Selav, l’organizzazione che si occupa dei servizi cimiteriali a Napoli. La protesta ormai ha una colonna sonora fissa: l’assordante suono delle trombette utilizzate di solito sugli spalti degli stadi. “Molti commercianti della zona” – spiegano i manifestanti – “pur confermando la loro solidarietà ai dipendenti della Selav cominciano ad accusare il peso di questa forma di protesta. Dal Palazzo continua invece un ancora più assordante silenzio. Né il Sindaco, né il vicesindaco né altri hanno dato la loro disponibilità a un incontro, prigionieri delle decisioni della nuova società subentrata: la Citelum, che non intende in alcun modo assumere tutti i dipendenti della Selav.”

I dipendenti della Selav invocano il “rispetto degli impegni che questa Amministrazione ha assunto e soprattutto si chiedono come sia possibile che le condizioni le detti l’affidatario di un servizio in appalto e non il Committente, cioè il Comune di Napoli, che ha tutti gli strumenti per definire un percorso di garanzie per i dipendenti della società”.

Soprattutto” – spiegano – “perché il 3 aprile scorso si è riunita la Commissione infrastrutture con lo scopo specifico di affrontare la questione”. In quell’occasione, il vicesindaco Panini fornì ampie e definitive garanzie circa il mantenimento dei posti di lavoro dichiarando: “I rapporti con la Selav sono ottimi. in prospettiva faremo una gara ad evidenza pubblica, mettendo la clausola  sociale del passaggio di cantiere. I lavoratori, nel momento in cui la Selav continua l’attività, non avranno danno”. “Come è possibile” – concludono gli operatori di settore – “che impegni così chiari vengano disattesi?”.

A cura di Ornella D’Anna