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Napoli – Difficoltà nel costruire relazioni stabili e durature, instabilità e indebolimento del legame sociale, fragilità negli adolescenti e legami familiari messi a dura prova. È l’altra faccia della medaglia di una società in continua evoluzione e fortemente condizionata dalle nuove tecnologie, che facilitano i contatti virtuali a discapito di quelli reali. Per rispondere a questi cambiamenti culturali così repentini, la psicologia deve elaborare nuove letture del disagio psichico, che siano più adeguate ai bisogni emergenti, favorendo il dialogo scientifico tra i differenti modelli e approcci terapeutici.

Questa sfida sarà al centro dell’VIII congresso nazionale della Federazione italiana delle associazioni di psicoterapia, in programma dal 4 all’8 ottobre alla Stazione Marittima di Napoli. L’evento dal titolo ‘Il canto di Partenope. La psicoterapia sulla rotta del cambiamento’ raccoglierà i contributi di esponenti nazionali e internazionali del mondo della psicologia e della psicoterapia, tra cui Patricia Crittenden della Dalhousie University of Halifax (Canada) e Frank Lachmann dell’Institute of the Psycoanalytic Study of Subjectivity di New York, ma anche neuroscenziati, filosofi, scrittori e artisti, che con il loro punto di vista arricchiranno il dibattito. 

“Il modello di società ‘liquida’ teorizzato da Baumann è ancora valido – spiega il presidente della Fiap, Giuseppe Ruggiero – e continua a porci questioni sempre più pregnanti, ridefinendo il rapporto tra identità individuale e collettiva. Viviamo in quella che Gilles Lipovetsky definisce ‘società postmoderna’, che ha tagliato i ponti con il futuro, dando luogo a una cultura totalmente imperniata sul presente. Dal tessuto collettivo siamo passati in un attimo al tessuto connettivo. Siamo in un mondo in cui la fatica di costruire legami affettivi viene evasa dalla facilitazione tecnologica, che accelera il tempo del contatto e riduce quello dell’attesa, creando una sorta di paesaggio uniformemente visibile, ma privo di profondità, e mettendo in evidenza, soprattutto negli adolescenti, bisogni e forme di sofferenza del tutto inedite, che chiedono di essere accolte e comprese”.

Ruggiero si sofferma sull’età adolescenziale, spiegando che “per questi ragazzi è diventato più faticoso stare al mondo, dietro tante forme di comportamenti sociali spesso interpretati in maniera semplicistica o etichettati come vere e proprie forme di patologia, si nasconde quasi sempre l’enorme vuoto affettivo e di senso delle generazioni più giovani”. 

I cambiamenti in atto fanno emergere bisogni e modalità diverse di espressione della sofferenza, che devono essere attentamente intercettati dagli operatori della salute mentale. “La psicoterapia non può restare ancorata a vecchi modelli – conclude Ruggiero – Per questo la Fiap, che ha al proprio interno associazioni che seguono i diversi approcci, vuole creare un momento di confronto per trovare punti di convergenza e abbattere gli steccati, mettendo al centro la complessità dei fenomeni umani”.

“Riflettere su come si manifesta il disagio nella nostra società è un impegno dell’intera comunità professionale degli psicoterapeuti – sottolinea la presidente dell’Ordine degli Psicologi della Campania, Antonella Bozzaotra, che porterà i saluti dell’ente al congresso – Le difficoltà attuali riguardano l’incapacità di rinvenire vincoli valoriali entro i quali riflettere sulle possibilità emergenti. L’assenza di riferimenti produce molto spesso un richiamo a una semplicistica normalità. La devianza da tale semplicistica normalità produce molto spesso un aspecifico riferimento a traumi e disagi diagnosticati velocemente e in maniera incompetente”.