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NAPOLI – Secondo l’ultimo censimento della Curia, nel centro storico di Napoli ci sono 203 chiese, di cui 79 attive, 75 chiuse, in restauro o in abbandono e 49 ora a uso profano.
 
Report, la trasmissione della Rai, l’altro giorno le ha messe al centro di una sua inchiesta con la quale si sottolineava l’occasione perduta che rappresentano. E oggi, sull’argomento, è tornato il sindaco Gaetano Manfredi: “Come Comune, ci stiamo confrontando con la Curia per fare in modo che per quelle non utilizzate ci sia una valorizzazione e l’apertura – ha detto – Ma per poter dare loro una seconda vita, è importante che ci sia la partecipazione del Terzo settore, delle cooperative giovanili, delle organizzazioni che facciano in modo che in quei luoghi ci sia un’attività continuativa. Questo è il modo migliore per aprirle, per proteggerle e per tutelarle”.
 
Manfredi, a tal proposito, ha ricordato anche degli esempi virtuosi. Da poco si è restaurata la facciata di Santa Luciella ai librai, grazie all’opera dei ragazzi di Respiriamo Arte. Alla Sanità, lo stesso cimitero delle Fontanelle non aspetta altro che i lavori da 200 mila euro stanziati dal Comune per far lavorare un’altra cooperativa di giovani, così il primo cittadino ha rimarcato “i casi delle chiese legate al culto delle anime del Purgatorio e il lavoro che si sta facendo a Forcella dove ci sono iniziative che tendono a recuperare un patrimonio che va valorizzato”.
 
Il sindaco ha ricordato che “Napoli ha il centro storico con più chiese e conventi d’Europa” e che “da decenni, soprattutto da dopo il terremoto del 1980, c’è il problema di molte chiese non più adibite a culto e per queste chiuse”. Ma anche che “per quanto riguarda le competenze comunali, siamo intervenuti e lo stiamo ancora facendo su una serie di beni che progressivamente si stanno valorizzando e aprendo ai turisti”.