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Napoli – Il rifacimento di alcune delle principali arterie cittadine continua a far discutere. A fronte di un cantiere ormai eterno, quello dell’incompiuta via Marina, ce n’è invece un altro che è stato chiuso a tempo record. Il risultato finale sembra però molto al di sotto delle aspettative, ma non solo. Il comitato Portosalvo denuncia infatti l’ennesima scomparsa degli antichi basoli vesuviani. 
Antonio Pariante, presidente del comitato, commenta l’accaduto con parole di fuoco: «Straordinaria colata di bitume al posto della pavimentazione lapidea nel cuore della city. Un gigantesco manto di catrame compare nell’area vincolata tra via Marchese Campodisola e via Agostino Depretis. Rimossi senza discernimento basoli e sampietrini nella “buffer zone” Unesco». Secondo Pariante, «la scelta dell’asfalto favorisce il traffico veicolare ma contrasta con i restyling del basolato vesuviano, in corso nella stessa zona, e altera l’identità oltre che l’originalità dei luoghi protetti». La vicenda sta suscitando un vero moto di indignazione e, nonostante la soddisfazione formale espressa dall’amministrazione comunale, più di qualcuno è convinto che in realtà Palazzo San Giacomo stia accelerando sui tempi al fine di riuscire a chiudere almeno i principali cantieri prima dell’inizio delle ormai imminenti Universiadi. La zona compresa tra i quartieri Mercato e San Ferdinando, proprio a causa del gran numero di interventi ancora in corso, da mesi si trova infatti avvilita da un traffico veicolare asfissiante.