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NAPOLI – Un secolo e un anno dopo, c’è chi si è messo al lavoro per riportare a Napoli l’Esposizione Biennale d’Arte Contemporanea del Mediterraneo: la Bacmed, per gli addetti ai lavori.

Nel 1921, la manifestazione si svolse nel Palazzo Reale e durò 5 mesi: da maggio a ottobre. Presidente onorario fu Benedetto Croce. E l’intento fu quello di “mettere in prima evidenza l’attività artistica contemporanea di ogni parte d’Italia, senza preferenze di scuola o maniera“.
 
Sta di fatto che, negli anni, fu Venezia a dare all’evento quell’impronta di respiro internazionale che ha permesso alla Serenissima di diventare un riferimento per gli amanti dell’arte fino ai giorni nostri.
 
Ora, però, 8 tra associazioni, comitati, fondazioni ed enti culturali partenopei (Cultura PuntoeaCapo con Fabiana Gardini; il Museo della Moda con Donatella Dentice d’Accadia; Cambiamò con Simona Cipriani; il Comitato Portosalvo, il primo ad avere l’idea di rilanciare la Biennale, con Antonio Pariante; la Fondazione Magna Grecia con Alessandro Di Legge; il Museo di Pietrarsa Oreste Orvitti; la Fondazione Ferrovie dello Stato che, per l’edizione di un secolo fa, pensarono bene di dimezzare il costo dei biglietti per Napoli, con Luigi Cantamessa; e la Fondazione Banco di Napoli, primo sponsor dell’evento del 1921, con Rossella Paliotto ) vogliono la rivincita.
 
O, per meglio dire, “restituire alla città di Napoli il ruolo di diffusore culturale che l’ha contraddistinta nella storia raccogliendo le più importanti espressioni dell’arte del Bacino del Mediterraneo e rendendola un vero e proprio polo di riferimento del settore“.
 
Naturalmente – spiega Simona Cipriani di CambiaMò – non vogliamo entrare in competizione con Venezia, ma fare di Napoli il palcoscenico di una mostra che immaginiamo inclusiva e itinerante. Da svolgersi, magari, alla Mostra d’Oltremare, spazio espositivo per eccellenza nato proprio per questo, ma anche in altre città del Mezzogiorno d’Italia e del Mediterraneo. Inoltre – continua la rappresentante dell’associazione – L’idea della Biennale napoletana vogliamo che continui ad alimentarsi dal basso per poi coinvolgere le istituzioni, Comune e Regione Campania in primis“. 
 
La sfida è quella di riavere la Biennale napoletana dal 2023. E, nel frattempo, chi l’ha già colta è stata la sottosegretaria alla Cultura Lucia Borgonzoni: stamattina, nel corso di una conferenza al Sancarluccio, ha spronato i magnifici 8 ad andare avanti.