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Napoli – La commissione Ambiente è stata convocata nuovamente oggi sul problema della messa in sicurezza e del risanamento dell’area ex Safco di via Botteghelle, a Ponticelli. Nel corso dell’ultima riunione (il 12 aprile), ha ricordato il presidente Gaudini, era stato chiesto formalmente all’Arpac (Agenzia regionale per l’Ambiente) di monitorare l’area, ma gli uffici comunali non hanno avuto alcun riscontro dall’agenzia regionale e, quindi, non si sa se il monitoraggio sia stato o no effettuato. Proprio l’assenza alla riunione di oggi dell’Arpac, e dei principali interlocutori della Regione, dall’assessorato all’Ambiente alle direzioni Ambiente e Difesa del suolo, motiva la decisione, ha detto il presidente Marco Gaudini, di trasmettere i verbali e la nutrita documentazione sul tema alla Procura della Repubblica: a fronte dell’inerzia degli uffici competenti e del forte allarme per la salute pubblica e per l’ambiente, occorre infatti che tutti gli organi coinvolti si attivino per gli interventi necessari.

Alla riunione odierna sono intervenuti l’assessore all’Ambiente, Del Giudice, la responsabile dell’area Ambiente, Contino, e la dirigente del servizio Controlli ambientali, Trifiletti, il vice presidente della Sesta Municipalità, Maglione, il rappresentante del nucleo Ambiente della Polizia Locale, Vecchione, il dottor Luigi Zeno e la dottoressa Bianca Meo del Distretto 32 dell’Asl Napoli 1.

Un tavolo tecnico, da attivare con Regione e Città Metropolitana, alla quale sono passate le competenze dell’ex Provincia, è la proposta dell’assessore Del Giudice che ha ripercorso le tappe attraverso le quali si è giunti ad individuare la responsabilità per l’attuazione dell’intervento di bonifica, anche in danno dei proprietari: sono in corso i contatti con gli uffici regionali che stanno ricercando l’originale atto di autorizzazione e la fideiussione sottoscritta. L’assessore Del Giudice ha anche precisato che, fin dal 2018, tutti gli atti prodotti dall’assessorato in merito all’area ex Safco sono stati portati alla conoscenza della Prefettura e che sarà richiesto alla Polizia Locale di rafforzare la vigilanza sul sito.

Nei diversi sopralluoghi effettuati presso l’area, anche in orari notturni, ha riferito il dottor Zeno del Distretto Asl 32, è stata pienamente riscontrata la pericolosità del sito che, in attesa della bonifica, andrebbe comunque reso inaccessibile, e invece in vari punti l’area è accessibile dall’esterno, e videoservegliato. Allo stato non si conosce con precisione il tipo di materiali pericolosi che sono stati depositati, dopo i primi carotaggi effettuati dall’Arpac un decennio fa, né sono state sottoposte ad analisi le falde acquifere. Su questo punto, anche il vice presidente della Municipalità, Maglione, ha sottolineato che l’intera zona era a vocazione agricola, per cui i rischi potrebbero riguardare non solo l’aria, ma anche la filiera alimentare; inoltre, occorre certezza sullo stato di pericolosità del sito anche nella prospettiva della realizzazione dell’intervento del Piano Urbanistico Attuativo Botteghelle, destinato a residenze.

Vanno contattati con urgenza, per il consigliere Buono (Verdi-Sfasteriati), il commissario e il dirigente provinciale dell’Arpac per sapere se sono stati effettuati i rilievi richiesti e non escludere l’ipotesi di un atto stragiudiziale perché gli uffici attuino il monitoraggio; inoltre, occorre che gli enti competenti forniscano al Comune un elenco di tutti i siti pericolosi esistenti sul territorio ed intervenire con urgenza per riparare il muro di contenimento del sito, lesionato in alcuni punti. Pienamente condivisibile l’iniziativa del coinvolgimento di tutti i soggetti tenuti a intervenire, compresa la Procura della Repubblica, per il consigliere Vernetti (Dema) e per il consigliere Brambilla (Movimento 5 Stelle): si tratta di salvaguardare la salute dei cittadini, e ciò indipendentemente dagli atti che si intende portare avanti per sollecitare un intervento di risanamento, finora sempre bloccato dalla mancanza di fondi.