- Pubblicità -
Tempo di lettura: < 1 minuto

Nola – E’ arrivata nei giorni scorsi al pronto soccorso dell’ospedale di Nola una paziente con sindrome di Moschcowitz. La signora è stata ricoverata, prima in pronto soccorso e successivamente in terapia intensiva. Il suo quadro clinico appariva molto grave e caratterizzato da un’insufficienza multi-organica e alterazione degli esami ematochimici, con marcata anemia e piastrinopenia.

La sindrome di Moschcowitz è una patologia rara, con 2 o 4 casi per milione, frequente nelle donne tra i 20 e i 50 anni, con mortalità maggiore del 90% se non adeguatamente trattata.

Confermata la diagnosi, il direttore della terapia intensiva nolana, Raoul Vincenti, con la collaborazione del laboratorio di emostasi dell’ateneo Federico II di Napoli, ha deciso di intervenire a Nola anche per l’impossibilita, causa Covid, di trasferire la paziente dove fosse possibile praticare la plasmaferesi cioè il “plasma exchange”.

Alla donna sono state necessarie 18 sedute di plasma exchange e l’utilizzo di 252 sacche. Avendo bisogno di una prolungata ventilazione meccanica invasiva, è stata anche sottoposta a tracheotomia temporanea. Con il miglioramento delle condizioni cliniche, le è stata rimossa la cannula. Ora è ricoverata al Moscati di Avellino.