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Roma – Una delle tante “vittime del dovere senza volto”, uno dei tra i 259 sanitari morti per coronavirus.
Roberto Maraniello, infermiere e segretario generale Fials di Napoli è deceduto per Covid a 56 anni il 24 aprile scorso: una delle sue ultime battaglie è stata quella per far avere i Dpi agli operatori sanitari. A ricordare la sua figura, in occasione della prima ‘Giornata nazionale dei professionisti sanitari, sociosanitari, socioassistenziali e del volontariato’ che si celebra il 20 febbraio, è il sindacato Fials. Soltanto il 16 marzo scriveva sul profilo Facebook: “Siamo eroi, non siamo kamikaze”. “Durante questo lungo interminabile anno di lotta al Covid – evidenzia Giuseppe Carbone, segretario generale della Fials – abbiamo visto con sgomento e senso d’impotenza che tanti operatori sanitari e sociosanitari impegnati in prima linea non ce l’hanno fatta. Persone straordinarie, prima ancora che professionisti, colleghi ed amici a cui oggi intendiamo tributare un ricordo commosso e infinita gratitudine. Il loro sacrificio ha costituito e costituisce tuttora il simbolo estremo di generosità e altruismo, di abnegazione e alto senso del dovere, che contraddistingue la nostra società civile”.

Probabilmente, come racconta il figlio Ciro, anche lui infermiere al Monaldi di Napoli, probabilmente proprio durante un incontro per discutere dei Dpi e della carenza, a Roberto si è infettato. Esattamente un anno fa. “Non sopportava – aggiunge Ciro – l’ingiustizia di vedere il personale sanitario in quei mesi difficili quasi disarmato di fronte al nemico“. Quel nemico che lo colpisce senza lasciargli scampo. “Nel giro di un mese e mezzo in ospedale sembrava che andasse meglio – conclude – quando improvvisamente un arresto cardiaco ce l’ha portato via. Ho avuto appena il tempo per salutarlo al Cotugno, ma già era incosciente in Rianimazione“. La sua per la Fials “è una storia emblematica, di una vita spezzata nel fiore degli anni e strappata agli affetti più cari, quello della figlia Marzia, anche lei infermiera, e della compagna di una vita, Dina”.