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Napoli – Una situazione tesa che sta creando più di un malumore, ma è davvero l’unica in Italia? L’imposizione delle norme comportamentali ha creato più di un grattacapo a tanti tifosi napoletani, multati e in certi casi ‘umiliati’ da sanzioni ritenute ingiuste. Il Corriere del Mezzogiorno ha ripercorso quelle che sono le peculiarità degli altri grandi impianti italiani, lo stadio Meazza di Milano, l’Olimpico di Roma e l’Allianz Stadium di Torino. Applicazione rigida delle norme, ma al tempo stesso anche passi avanti per far sì che i tifosi abbiano spazi su misura. A Roma, ad esempio, dopo il caos generato qualche anno fa dalla costruzione di barriere divisorie nelle due curve per ragioni di sicurezza, si è arrivati non solo alla rimozione delle stesse ma anche alla creazione di pedane che favoriscono le operazioni del tifo organizzato.

Lo scavalcamento di balaustre è sempre punito, e ormai sono in pochi a sfuggire alle sanzioni agevolate dalla presenza di sempre più telecamere di sorveglianza. A Torino ne sanno qualcosa: ogni comportamento scorretto (si veda l’esposizione di striscioni discriminatori) viene bandito dal club bianconero che è in costante contatto con la Questura. A Milano sotto la lente d’ingrandimento finiscono volentieri le operazioni di afflusso e deflusso, migliorate esponenzialmente nel corso del tempo. Un minimo di tolleranza viene garantita sul rispetto dei posti assegnati, specialmente quando si tratta di provare a far star vicini i papà ai propri figli. Regolamenti scritti di concerto con le forze dell’ordine nelle varie città. Ogni stadio ne è dotato, quanto all’osservanza sono stati fatti ovunque passi avanti. Con più o meno polemiche.