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Di Ornella d’Anna

Napoli – Attimi di panico, questa mattina, all’ospedale Santobono di Napoli dove i familiari dei piccoli pazienti in visita agli ambulatori hanno inveito contro il personale sanitario: colpa dei tempi di attesa, che sono attivati a sfiorare le 3 ore a bambino. “Il problema nasce dal fatto che solo noi abbiamo delle competenze rispetto a determinate patologie” – spiega una delle dottoresse, che preferisce rimanere anonima -. “Qui dobbiamo combattere un po’ con tutti: cattiva organizzazione, spesso scarso rispetto per il nostro lavoro anche da parte dei genitori, un’ amministrazione centrale non sempre presente”, si sfoga.

Per legge, le visite ambulatoriali dovrebbero durare 20 minuti. In un’ora, dunque, non se ne potrebbero effettuare più di 3. Cosa che, invece, accade sempre: le liste parlano chiaro, in una mattina si arrivano a esaminare anche 20/30 bambini. Tra l’altro, le stanze e l’anticamera ambulatoriale non sembrano essere concepite per i più piccoli, visto che manca perfino un sistema di areazione adeguato. Così chi varca il cancello di ingresso dell’edificio, magari affetto già da qualche malattia più seria, rischia di ritrovarsi con ulteriori batteri in corpo. “Siamo stremati, non si può pensare di stare tante ore su una sedia, senza che nessuno ci venga nemmeno a dire quanto manca per l’accertamento” – sbraita qualcuno -. “Non si capisce neanche il criterio con cui chiamano chi deve entrare: siamo venuti stamattina all’alba e ci hanno detto di prendere un numero. Questo numero non è stato rispettato e chiamano per cognome (cosa che, in base alla normativa per la privacy, non potrebbe essere fatta, ndr.) ma poi ogni tanto qualcuno passa avanti, altri escono e poi rientrano, a qualche genitore è stato detto di andare a pranzo e tornare dopo due ore: ma è possibile gestire così le cose?”.

Il primo nosocomio pediatrico del sud Italia non è nuovo a lamentele di questo tipo: a inizio novembre un padre, stanco delle lungaggini del pronto soccorso, sfondò la porta di ingresso colpendo – per fortuna senza conseguenze – una piccola paziente. Allora, il personale chiese che fosse istituito, in accordo con la Asl, un servizio di guardia medica per i codici bianchi.