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La seconda sezione della Corte di Appello di Napoli ha confermato la condanna in primo grado a un anno e quattro mesi pena sospesa nei confronti dell’agronoma del Comune di Napoli Cinzia Piccioni Ignorato per la morte di Cristina Alongi, la donna di 44 anni schiacciata da un pino abbattutosi sulla sua auto, in via Aniello Falcone, il 10 giugno del 2013.

Per i giudici la tragedia poteva essere evitata se il pino fosse stato messo in sicurezza il 23 maggio di quell’anno quando il titolare di un bar della zona, notando l’albero pericolante, chiamò i vigili del fuoco. In più, pochi mesi prima dell’accaduto, i tecnici dell’ufficio comunale preposto andarono a fare un sopralluogo senza però rivelare la gravità della situazione.

“La sentenza ricostruisce nel dettaglio le ragioni della responsabilità penale per la sottovalutazione delle condizioni dell’albero, – dice l’avvocato della famiglia della vittima – nonché per la mancata segnalazione della necessità di un intervento immediato. La caduta del pino di via Aniello Falcone era un evento prevedibile. La noncuranza delle autorità pubbliche, garanti della tutela del verde e dell’incolumità dei cittadini, non ha permesso di scongiurare il crollo”.

L’agronoma del Comune di Napoli Cinzia Piccioni Ignorato, il 5 luglio 2018, era stata già condannata in secondo grado dalla prima sezione della Corte di Appello di Napoli ma i suoi legali presentarono ricorso in Cassazione così il 5 giugno 2019 la Suprema Corte ha annullato la sentenza rimandando il giudizio alla seconda sezione della Corte di Appello di Napoli. Questi giudici, lo scorso 3 febbraio, hanno confermato il pronunciamento di primo grado. L’agronoma fu l’unica dei tre imputati ad essere condannata in primo grado, il 16 settembre 2016. Gli altri due imputati, un agente della Polizia Municipale e un vigile del fuoco, in quell’occasione vennero assolti. In secondo grado, invece, venne condannato anche il vigile del fuoco a un anno e sei mesi di reclusione.