- Pubblicità -
Tempo di lettura: 2 minuti
Napoli – Sapevano esattamente cosa dovevano fare e così si erano messi tutti d’accordo per arrivare alla spicciolata alla stazione Centrale di Napoli. Solo che i loro movimenti erano stati notati dalla Digos di Napoli che conosce la forte rivalità tra il Napoli e il Verona. Gli scaligeri poi erano stati autorizzati dal Viminale a partecipare alla trasferta al San Paolo ed erano arrivati in massa, tutti con il biglietto e la tessera del tifoso in tasca. Alla stazione doveva esserci un vero e proprio agguato. Questo era quello che intendevano fare i gruppi ultras del Napoli. Si radunarono in 200 e cercarono in ogni modo di arrivare verso gli autobus scortati dei veronesi. Non ci riuscirono e partì la guerriglia contro le forze di polizia. Decine di feriti, cinque auto di servizio danneggiate e date alle fiamme. La pool della Procura di Napoli sui reati da stadio, coordinato dal procuratore aggiunto Lucantonio, ha chiuso il cerchio attorno a cinque dei responsabili. Sono tutti della curva B dello Stadio San Paolo, due del gruppo Area Nord, due del gruppo Secco Vivo e uno del gruppo Ultras 72. Rispondono di resistenza, lesioni, danneggiamento, incendio. In carcere sono finiti Carmine Cacciaputi, Tommaso Fiorillo, Gennaro Iescone, Diego Infante e Fabio Vegliante. Infante e Cacciapuoti erano già ai domiciliari perché coinvolti nell’assalto ai autobus dei tifosi della Roma di ritorno dalla trasferta a Barcellona. Oltre ai cinque arrestati ci sono state dieci perquisizioni, con altrettanti iscritti nel registri degli indagati che saranno destinatari di Daspo. Le indagini sono state possibili grazie a una ricostruzione capillare e paziente delle immagini dei sistemi di videosorveglianza della stazione. I responsabili dell’assalto si erano tutti dati appuntamenti allo stadio San Paolo per poi partire in scooter verso la stazione.