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Napoli – La scuola scende in piazza a Napoli. Domani alle ore 18 andrà in atto la mobilitazione in piazza del Plebiscito in concomitanza con la protesta nazionale degli operatori scolastici insieme ad altre 59 piazze italiane.

Dopo le line guida, rese note nella bozza pubblicata ieri del “Piano scuola 2020-2021”, docenti, studenti e genitori si preparano alla giornata di mobilitazione nazionale organizzata dal comitato “Priorità alla scuola”.

Il mondo della scuola ha voglia di ripartire a settembre ma per farlo servono tanti chiarimenti in termini di sicurezza. Domani da Milano a Napoli saranno ben 60 le piazze italiane che vedranno la protesta dei rappresentanti della scuola, a cui parteciperanno anche 48 sigle tra sindacati ed associazioni.

Tutto era partito lo scorso mese da Firenze quando la docente universitaria Costanza Margiotta scrisse al ministro Azzolina chiedendo delucidazioni immediate per soluzioni concrete al fine di far tornare gli alunni nelle classi. Ma da allora da Roma arrivò solo un lungo ed imbarazzante silenzio.

«La cosa più grave del documento diffuso ieri – sostiene Costanza Margiotta del coordinamento nazionale del «Comitato Priorità» – è la delega in bianco ai dirigenti, il contrario di quanto chiediamo. Il governo disattende al suo dovere di garantire il diritto all’istruzione sancito dalla costituzione uniformemente su tutto il territorio nazionale. Sancisce inoltre l’ingresso del terzo settore nella scuola contro il quale ci battiamo. E poi c’è la turnazione e gli ingressi scaglionati con della scuola al sabato. Questo significa fare i turni, cioè riduzione del tempo scuola. L’altra cosa grave è l’accorpamento delle materie, il che significa di nuovo la riduzione del tempo scuola. Il tutto lasciato all’autonomia delle scuole. Significa che non ci sarà il diritto a godere del diritto dell’istruzione. E lasciano la didattica mista nelle scuole superiori. E non c’è un accenno alla prevenzione sanitaria nelle scuole, elemento per noi fondamentale per creare una connessione tra istruzione e medicina territoriale. Sembra che abbiano preso la nostra piattaforma e hanno fatto l’opposto».