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Abbandonati dopo l’utilizzo nell’emergenza pandemica, illusi dalle promesse della politica, delusi perfino da Mattarella. Il personale scolastico Ata dell’“organico Covid” si sente dimenticato, ma resta sulle barricate. Al capo dello Stato ha scritto una lettera.

Onorevolissimo Presidente della Repubblica Sergio Mattarella – si legge -. Qualche giorno fa è stata conferita un’onorificenza, a nome di tutta Italia, a coloro che durante la pandemia da Covid 19 hanno contribuito con sacrificio al superamento di quel periodo tragico. È stato commovente assistere ad un’Italia tutta unita, a nome di tutti, ma al contempo durante l’elencazione abbiamo pensato: E noi? Non abbiamo fatto niente? Quando è solo grazie a noi che i figli di tutta Italia sono tornati alla socialità uscendo dall’incubo della Dad, necessaria in quel momento, ma annichilente e dannosa psicologicamente”.

I lavoratori dell’organico aggiuntivo rivendicano: “Abbiamo permesso che i figli di quei genitori impegnati anche loro nella battaglia contro il Covid potessero lavorare serenamente, sapendo che a scuola c’eravamo noi, collaboratori scolastici, a pulire sanificare e vigilare”. A Mattarella dicono: “Caro Presidente, non ci è stato riconosciuto niente. Per noi si sono rispettati i criteri della graduatoria concorsuale a cui siamo iscritti da anni. Precari a vita, per titoli e formazione”. Poi ricordano: “Ad oggi si sono stabilizzati sanitari e forze dell’ordine precari, assunti anche loro dal DL 34/2020, che hanno lavorato durante la pandemia. Noi da mesi lottiamo affinché qualcuno ci guardi“. In Campania la vertenza riguarda migliaia di lavoratori.

Qui zero convocazioni – racconta una di loro – non ha lavorato quasi nessuno, già era difficile gli anni passati perché le graduatorie campane esplodono. In genere nelle altre regioni ad agosto le segreterie già si attivano affinché partano le convocazioni della prima fascia. Ad ottobre-novembre le hanno esaurite, quindi cominciano a chiamare, laddove è necessario, quelli di terza fascia. Infatti molti campani fanno domanda fuori regione per poter lavorare e accumulare punteggio, e per arrivare quantomeno ai 24 mesi più presto, e passare poi a tempo indeterminato”. Invece “passare di ruolo in Campania è una utopia“.

I campani denunciano pure una beffa: “Quest’anno è stato ancora peggio, perché nelle scuole dalle quali non siamo stati convocati c’è stato l’ingresso di alcuni percettori del reddito di cittadinanza. Per fortuna non è successo in tante scuole, perché solo pochi Comuni hanno attivato questi progetti. Non è giusto comunque far accedere personale nelle scuole saltando tutte le graduatorie”.

I percettori “dovrebbero lavorare all’esterno della scuola, facendo vigilanza su ingresso e uscita dei ragazzi, non svolgere le mansioni del collaboratore scolastico”. Viceversa “in alcuni istituti se ne vedono anche 3-4, non sono rimasti esternamente e hanno pulito le aule, cioè le mansioni del collaboratore. E succede che dopo aver passato tempo nelle scuole chiamino il primo sindacato disponibile e chiedano la stabilizzazione”.

Quelli dell’organico Covid temono di essere scavalcati anche dagli Lsu, sempre col sostegno di qualche organizzazione sindacale: “È giusto dargli dignità, ma non sulle spalle nostre. Ora c’è un altro blocco loro che dovrebbe entrare, si parla di 20.000 in tutta Italia, trovando escamotage. Molto spesso non hanno nemmeno i titoli d’accesso richiesti a noi, in tempi non remoti potevano entrare con la terza media”.