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Paolo Siani sarà candidato come indipendente nelle liste del Partito Democratico alle prossime Elezioni Politiche.  Ad Anteprima24 gli auspici e gli obiettivi del suo impegno politico.

Come inciderà il ricordo e l’insegnamento di suo fratello Giancarlo nella sua esperienza politica

“Più volte in questi ultimi tempi mi sono chiesto cosa avrebbe pensato Giancarlo di un mio impegno in politica. Purtroppo l’unica certezza che ho è che Giancarlo non è più con me da più di 32 anni, da quel maledetto 23 settembre 1985, quando la ferocia della camorra me l’ha portato via per sempre. Mi piace però pensare che avrebbe condiviso la mia decisione. Giancarlo era impegnato nel sociale, credeva nell’importanza dei diritti, una parte significativa dei suoi articoli, che abbiamo raccolto in un volume intitolato “Fatti di camorra” era dedicata al tema del lavoro. E poi c’è l’attenzione dedicata al tema delle devianze, ai muschilli, gli antesignani delle attuali babygang. Anche per questo, per la straordinaria attualità dei suoi articoli, mi piace pensare che Giancarlo avrebbe accettato di buon grado la mia candidatura. Il suo ricordo e il suo insegnamento mi accompagneranno passo dopo passo in questa nuova esperienza. E il fulcro del mio impegno sarà per l’appunto dedicato alle nuove generazioni. Io ci proverò con tutto me stesso. Dopo un anno, se sarò eletto, farò un primo bilancio. Se mi accorgerò di non poter raggiungere gli obiettivi che mi sono prefissato, tornerò tranquillamente a fare il mio lavoro in ospedale. Ma ora è giusto crederci. Anche per Giancarlo, il quale nel corso degli anni è diventato un esempio per migliaia di giovani che non l’hanno nemmeno conosciuto”.

Cosa le ha detto Matteo Renzi per convincerla a candidarsi?

“Renzi è venuto a casa mia poco dopo essersi dimesso da premier a seguito degli esiti del referendum costituzionale. Stava girando l’Italia e in quel periodo incontrò diverse persone. In occasione di quel primo incontro gli raccontai il mio impegno di pediatra e di presidente della Fondazione Polis a beneficio delle vittime innocenti della criminalità e per il riuso dei beni confiscati alla camorra. Renzi rimase molto colpito dalla mia idea secondo cui contro il crimine non basta la repressione, ma bisogna intervenire preventivamente sui bambini fin dalla primissima infanzia. A fine ottobre, in occasione della conferenza programmatica del PD a Pietrarsa, Matteo ha richiesto un mio intervento sulle tematiche di cui mi occupo da anni e ho accettato di farlo. Quando poi si dovevano decidere le candidature, mi ha chiesto di scendere in campo perché voleva al suo fianco e in Parlamento persone che provenissero dalla società civile e proponessero un nuovo modo di fare politica. Ho consultato la mia famiglia in primis, poi il mio gruppo di lavoro, sia sul versante della pediatria che della legalità. E ho detto sì a Renzi, candidandomi come indipendente nelle liste del PD e scegliendo di misurarmi con il consenso nel collegio uninominale del quartiere Vomero in cui vivo e lavoro, oltre che nel listino proporzionale”.

Quale sarà la sua proposta in campagna elettorale?

“Voglio semplicemente farmi portavoce delle istanze di organizzazioni e associazioni con cui collaboro da anni. Non farò la classica campagna elettorale. Non mi piace il clamore mediatico. Proporrò i miei contenuti, quelli che accompagnano da sempre la mia esperienza umana e professionale. Su tutti: l’esigenza di investire sull’infanzia, sui bambini fin dalla fase di gestazione; la necessità, in linea con quanto prescrive la Direttiva Europea n. 80 del 2004, di tutelare in maniera equa le vittime innocenti di tutti i reati intenzionali violenti; l’importanza di creare azioni sinergiche per velocizzare il riuso dei beni confiscati alle mafie e dimostrare che la legalità è più forte della criminalità; la consapevolezza che il contrasto al crimine non può essere delegato in via esclusiva all’eccellente lavoro di Magistratura e Forze dell’Ordine, ma necessita di un’adeguata e intensa azione di prevenzione e sensibilizzazione. A Napoli da anni i clan di camorra sono gestiti da ventenni o comunque da giovanissimi. Per sconfiggere la criminalità occorre investire sui bambini anche per questo, perché sviluppando fin dall’inizio le loro capacità cognitive, emotive e relazionali riusciremo a sottrarli alle grinfie della camorra. E così le prossime generazioni di ventenni e di giovani sapranno scegliere di stare dalla parte giusta, quella della legalità. Quest’azione servirà a dare ancora maggiore forza a quella repressiva e impedirà alle mafie di reclutare nuove leve e di generare nuove vittime innocenti, ma anche di arricchirsi a discapito dello Stato. C’è un filo sottile che lega tutti i temi di cui mi farò portavoce in Parlamento. Io ci credo davvero che sia possibile cambiare le cose. A Napoli e non solo”.

La sua prima proposta in Parlamento qualora venga eletto?

“Nel corso del mio mandato intendo immediatamente perseguire uno degli obiettivi, dal mio punto di vista, più rilevanti per lo sviluppo della Campania ed in generale del Sud: la crescita del capitale umano,la riduzione veloce e progressiva del gap sociale, sanitario ed educativo dei nostri bambini con quelli che nascono nel Nord Italia ed in generale in Europa. Nel 1890, nei Principi di Economia, Alfred Marshall scriveva: “Il più prezioso di tutti i capitali è quello investito negli esseri umani; e di quel capitale la parte più preziosa è il risultato delle cure e della influenza materne”. La ricerca economica ha confermato le intuizioni di Marshall. Il capitale umano − lo stock di competenze, capacità e abilità degli individui – è il risultato di un processo che ha le fondamenta nei primi anni di vita, nei primi mille giorni di vita, se non in utero. E’ necessario quindi, da subito, pensare ad investimenti di lunga durata e con risorse certe che tengano conto principalmente dei bisogni essenziali delle famiglie e dei bambini; ragionare in termini di accompagnamento con percorsi che non partano e non si esauriscano nella singola prestazione, che proiettino le famiglie verso un percorso di sostegno che parte dalla gravidanza ed è in grado di giungere almeno al terzo anno di vita del bambino; utilizzare un lavoro interdisciplinare ed interistituzionale con politiche di contrasto alla povertà e politiche di prevenzione che non possono prescindere dal dialogo e dalla messa in collegamento dei vari servizi e dei diversi ambiti di intervento (sociale, sanitario, educativo). C’è bisogno di sostenere e accompagnare i genitori ed in generale i nuclei familiari con percorsi che coinvolgano tutti i servizi territoriali in rete, dai consultori passando poi per l’ospedale, per il pediatra di famiglia, fino ad arrivare alla scuola e ai servizi. Questa messa in collegamento potrebbe partire dalla individuazione di un hub territoriale dei servizi che possa rispondere in modo flessibile alle diverse e molteplici esigenze delle famiglie. Occorre poi avvicinarsi alle famiglie e prevedere forme di intervento domiciliare a vari livelli (sanitario, educativo, ecc), coinvolgendo non solo gli operatori sociali ma anche quelli del sistema sanitario (pediatra, ostetrica, ecc). Gli interventi precoci rappresentano un investimento in capitale umano con ricadute a breve e lungo termine nelle dimensioni della salute, dell’educazione-formazione e delle condizioni di vita, con risparmio sui costi degli interventi tardivi e riparatori. E’ dimostrato, inoltre, che tali interventi hanno effetti positivi da un punto di vista economico a breve, medio e lungo termine e quindi relativamente anche alla devianza sociale e alla delinquenza. E’ pertanto necessario investire in modo strategico sull’educazione precoce al Nido e alla scuola pre-primaria per la fascia 0-3. Il MIUR ha recentemente diffuso i dati sulla dispersione scolastica e il numero di studenti che lasciano la scuola o la frequentano senza regolarità sono sovrapponibili a quelli sull’indigenza. C’è una piccola percentuale di bambini appartenenti alla categoria di indigenti che invece frequenta la scuola con profitto. Questa fascia di bambini va assolutamente allargata”.