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Napoli – “Sembra che il destino del centrosinistra per le prossime amministrative napoletane sia dipendente unicamente dalle vicende interne al Pd e alle sue correnti. Si sta consumando un dibattito all’interno di un solo partito che sicuramente è quello di maggioranza relativo ma che, altrettanto sicuramente, non è l’unico. Riteniamo sia sbagliato restare ancora alla finestra a guardare l’evolversi di questa situazione che, per di più, deve fare i conti con gli equilibri romani e il nodo, ancora tutto da sciogliere, del possibile asse con i grillini“.

Parole e musica di Fiorella Zabatta, membro dell’esecutivo nazionale di Europa Verde e delegata al tavolo del centrosinistra napoletano.

Il tavolo dei 18 che la scorsa settimana si era lasciato con un impegno strappato da Fulvio Bonavitacola, il portavoce dei Pd di fede deluchiana: entro lunedì, il Pd di Marco Sarracino avrebbe dovuto riconvocarlo con il cosiddetto “preambolo“. La dichiarazione che vuole definire il perimetro della coalizione del centrosinistra con il Movimento 5 Stelle per esprimere un comune candidato sindaco.

Ebbene: oggi è venerdì. E di tutto questo ancora non c’è traccia. Come auspicavano i deluchiani lanciati in pressing per mettere alla prova l’asse che il resto del Pd ha costruito con il M5S. E, ora, i Verdi: “Nel dibattito sulla scelta del candidato sindaco per Napoli, sul programma per governare i prossimi 5, 10 anni e sulla coalizione, riteniamo che ognuno debba fare la propria parte e che il dibattito non può restare fermo in attesa che si concretizzino eventi esterni, e mentre tutto intorno si muove“, argomenta la Zabatta.

Abbiamo rispetto politico per tutte le componenti sedute al tavolo della coalizione, in particolar modo per il Pd. Ma è giusto che questo rispetto sia reciproco“.

Avevamo stabilito, tutti insieme, in maniera concorde, che lo scorso fine settimana avremmo condiviso il “preambolo politico” e avremmo ricevuto una sintesi dei punti programmatici. Ma finora nulla: è trascorsa un’altra settimana e non si ha notizia ufficiale neanche sulla convocazione di un’altra riunione, sulla quale ugualmente si era convenuto, ribadendo che non c’è più tempo da perdere. Va bene il dibattito interno ai singoli partiti, ma questo non può condizionare l’andamento dei lavori di un’intera coalizione“.

La paura dei Verdi (e quella dei deluchiani) è che il candidato sindaco venga imposto dagli accordi romani. Tradotto: che a Napoli ci sarà un candidato grillino (leggi Roberto Fico, inviso al Governatore De Luca) perché a Roma ce ne sarà uno di area Pd.

Il nome va scelto a Napoli e tutti i partecipanti alla coalizione devono avere pari dignità nel proporre nomi, senza essere condizionati alle ingerenze partitiche esterne provenienti da Roma – avverte per questo la ZabattaQuello che sta emergendo – conclude – è un modus operandi discutibile e poco rispettoso delle altre forze politiche“.