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Napoli – Non poteva passare inosservato il suo ultimo post su Facebook: “La sinistra italiana ha perso la testa”, ha scritto Paolo Macry, professore emerito di storia contemporanea della Federico II, una delle voci più autorevoli del dibattito politico napoletano.

Per cosa o per chi ha perso la testa la sinistra, prof?

“Diciamo che ha perso la testa perchè si ritrova senza identità e senza prospettiva. La sinistra italiana di oggi è difficilmente collegabile alla sua stessa storia. Ha smarrito i suoi riferimenti ideali e culturali che le erano serviti a sorreggersi per tutto il Novecento. Il Pd in particolare ora fa i conti con il fallimento del suo matrimonio con il Movimento 5 Stelle”

Enrico Letta è l’uomo della provvidenza?

“Forse qualche garanzia la dà. Quantomeno è fuori dal gioco delle correnti interne al partito ed è fuori dalla cosiddetta ‘ditta’, per citare Bersani: non viene dalla tradizione ex comunista che ha voluto trasformare un’allenza, quella coi grillini per il Conte 2, in un’alleanza strategica. Un grosso errore”.

O Conte o morte, dicevano.

“Quantomeno un azzardo vedere nell’ex premier un punto di riferimento del progressismo. Renzi ha visto meglio di Zingaretti”.

Ma è anche vero che Marco Sarracino sembra ripercorrere le stessa curva a cento all’ora quando dà l’ok alla candidatura di Roberto Fico a sindaco di Napoli per il centrosinistra

“Mi pare che il Pd cittadino abbia un pò le stesse colpe di quello nazionale. Ha parecchio da farsi perdonare. In primis, la mancata opposizione che ha fatto a De Magistris negli ultimi 10 anni. E il rapporto che oggi coltiva con i 5 Stelle è per lo meno discutibile”.

Che dovrebbe fare il Pd Napoli?

“Dovrebbe ricercare un suo profilo politico e programmatico per la città. La candidatura di Bassolino è sintomatica di questa mancanza”.

Ora i Democratici stanno pensando di porre fine anticipatamente all’amministrazione comunale: meglio un commissario a tempo pieno da qui alle elezioni di ottobre che un sindaco in dad senza maggioranza, sostengono.

“Ma dopo 10 anni cosa vuole che cambi un mese in più o in meno di De Magistris a Palazzo San Giacomo? Il problema vero è costruire una reale alternativa. Un’alternativa fondata sulla città. Ma per la quale devono tener conto anche della variante-De Luca”.

Letta ha già fatto capire che con lui si cambierebbe registro anche in proiezione delle comunali

“E bene ha fatto. Spero che dia una vera autonomia ai territori. Non fosse altro perchè il livello nazionale del partito non ha più quella attendibilità politica che gli servirebbe per dire “qui si fa così”. E magari la sinistra può essere ricostruita, può ritrovare la testa proprio così: ripartendo dalle grandi città che vanno al voto”.

Magari senza primarie però

“In effetti, quelle celebrate senza alcun contenuto si sono risolte in una sorta di kermesse popolare e hanno portato a nulla di buono”.