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“Viva Viviani” è un documentario di Mario e Stefano Martone che ricostruisce l’universo artistico e umano di uno dei maggiori drammaturghi italiani del ‘900. Domenica 12 marzo alle 21.15 su Sky Arte e in streaming su NOW. “Raffaele Viviani non ha ancora avuto il pieno riconoscimento che merita”, questo il motore che ha spinto i Martone, pronipoti dell’artista originario di Castellammare di Stabia, ha realizzare questo documento. La ricomposizione si sviluppa a partire dalla sua opera, che segna una netta discontinuità con il teatro precedente e introduce personaggi ed elementi profondamente innovativi. I suoi testi, che ambienta nei vicoli e nelle piazze di Napoli, sono ricchi di gente di strada che fungono da metafora universale.

Seguendo un filo ideale tra passato e presente, emerge il ritratto di un artista poliedrico e originale e di una città contraddittoria, scena del mondo. Prodotto da Nephila Film, con il contributo di Regione Campania, Film Commission Regione Campania e ministero della Cultura, l’opera è arricchita dai preziosi archivi della Cineteca di Bologna, della Rai, dell’Eye Museum, dalle lettere inedite di Raffaele alla moglie Maria, e dalle testimonianze di importanti esponenti del mondo della cultura nazionale e internazionale legati all’opera di Viviani, come Alfredo Arias, Mimmo Borrelli, Davide Iodice, Mario Martone, Nello Mascia, Toni Servillo, Giuliano Longone Viviani, Valentina Venturini.

“È il più grande autore del Novecento, uno dei più grandi in Europa”, esordisce Borrelli. Per Martone “c’è una grande potenza politica nel teatro di Viviani”. “Se si dovesse aggiungere un testo a Chaplin, questo testo dovrebbe scriverlo Viviani”, ha spiegato Arias. Servillo sostiene che “ciò che caratterizza molto la figura di Viviani è questa dimensione di lottatore”. La narrazione, scandita dalla voce narrante di Paolo Cresta e accompagnata dagli arrangiamenti musicali di Maria Pia De Vito, viene intervallata da scene di vita quotidiana dei nostri giorni, a testimoniare la contemporaneità del teatro di Viviani, e da estratti di messe in scena da “Zingari” ai “Dieci Comandamenti”, da “Napoli notte e giorno” a “Io, Raffaele Viviani”. “Il suo è uno sguardo dal basso – che non giudica e non offre facili soluzioni – sulla miseria del popolo napoletano. Il punto di vista degli esclusi e degli emarginati ai quali restituisce con la sua poetica la dignità e lo spessore che meritano a dispetto di qualsiasi interpretazione folkloristica”, spiegano gli autori che hanno approcciato al grande autore da una prospettiva privilegiata. Nonostante sia apprezzato dal pubblico di tutta Italia e anche in diverse parti del mondo, nonché dai critici, non ha ancora avuto il pieno riconoscimento che merita. Un autore, Raffaele Viviani, che Dario Fo ha definito un “personaggio gigantesco del nostro teatro”.