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Hanno atteso per sei mesi ma ora i 1600 studenti dell’istituto superiore “Marconi” di Giugliano non sanno più a chi rivolgersi. Sono scesi più volte in piazza ma le loro proteste non hanno sortito il risutato sperato. Ed ora – con l’avvicinarsi degli esami di stato – già pensano a nuove proteste. Da settembre scorso non hanno più una sede perchè sono stati sfrattati dallo storico edificio di via Basile che è inagibile ed hanno dovuto seguire le lezioni solo di pomeriggio, ospitati in altre 4 scuole di Giugliano. Per mesi hanno atteso che la Città Metropolitana provvedesse a trovare delle soluzioni altrnative. L’ex Provincia di Napoli ha individuato una prima sede alternativa in via Pirozzi che però è insufficiente: sono appena 25 aule a fronte di 60 che ne servirebbero. Per questa struttura non è stato ancora sottoscritto il contratto di locazione. Poi c’è una seconda sede in via Spazzilli. Dalla Citta Metropolitana la consigliera delegata alla Programmazione scolastica, Ilaria Abagnale, solo attraverso un comunicato, fa sapere che la prossima settimana verrà sottoscritto il contratto di locazione per la seconda struttura di via Spazzilli. “Crediamo comunque di essere in dirittura di arrivo per la soluzione definitva”, dice sempre attraverso la nota Abagnale. Rassicurazioni che non tranquillizzano gli studenti. Ritengono inaccettabile che ci siano voluti sei mesi per la sottoscrizione di due contratti di locazione. Indice puntato anche contro il sindaco di Giugliano, Nicola Pirozzi.

Il Comune ha detto di aver messo a disposizione una struttura pubblica in via Sant’Anna: “Edificio – dicono gli studenti -da ristrutturare con lavori molto articolati E poi le procedure amministrative sono state avviate?” A settembre scorso per il Marconi era stato ipotizzato il trasferimento presso un edificio pubblico a Melito, grazie alla disponibilità del sindaco Luciano Mottola che si era fatto avanti. Soluzione, bocciata dalla politica giuglianese, che però per il consigliere Abagnale “avrebbe consentito di risolvere al meglio le esigenze del territorio no creando troppi problemi di mobilità”.