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NAPOLI – Un accordo per rilanciare il Salva-Napoli, la misura con la quale il governo, con Draghi premier, si è impegnato a dare a Napoli fino al 2042 1 miliardo e 231 milioni di euro a fondo perduto. E’ quello che cerca il sindaco Gaetano Manfredi con la nuova premier Giorgia Meloni.

Per questo è già all’opera su più versanti che vedranno il mese di novembre appena iniziato come decisivo.

Intanto perché in queste settimane, in tempo per la legge di bilancio che dovrà essere approvata a Roma, Palazzo San Giacomo redigerà il piano per la riforma delle sue partecipate, uno degli impegni assunti col Salva-Napoli firmato il 29 marzo scorso.

L’obiettivo è di creare una super holding che darebbe una sola dirigenza alle principali aziende che fanno capo al Comune e che si occupano di servizi. Il che significherebbe riuscire a razionalizzare le forze e contenere i costi. Una operazione delicata e per nulla scontata, destinata a cambiare molti equilibri in campo: per questo, il Comune, con il suo assessore al bilancio Pier Paolo Baretta, si è preso tutto il tempo necessario per mandarla in porto.

Ma intanto, Manfredi lavora anche sotto l’aspetto politico per mettere in cassaforte il Salva-Napoli con il governo Meloni. Sempre entro la fine del mese di novembre, infatti, Palazzo San Giacomo dovrebbe tenere una conferenza con il neo ministro della coesione territoriale Raffaele Fitto. Il Comune lo farebbe nel ruolo di capofila di tutte le aree metropolitane che si avvalgono dei fondi extra per gli enti locali fortemente indebitati.

Non a caso, nel dibattito sull’autonomia, il sindaco di Napoli, più che su quella regionale si batte affinché sia premiata quella delle grandi aree urbane metropolitane, come avviene in altri Paesi europei. E in questa logica si capiscono anche i contatti diretti che Manfredi sta avendo con i suoi colleghi sindaci di Bologna, Firenze e Roma.

Da Napoli si farà di tutto per non presentarsi davanti al nuovo governo con il classico cappello in mano, ma rivendicando i propri diritti con un nuovo schema, assieme ad altre realtà metropolitane che hanno i suoi stessi problemi e chiedono la stessa attenzione a Palazzo Chigi.