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Napoli – È stata confermata dalla Corte d’Assise d’appello di Milano la condanna a 4 anni per omicidio stradale per Fabio Manduca, l’ultrà napoletano arrestato nel 2019 per aver travolto e ucciso con il proprio suv il tifoso del Varese Daniele Belardinelli, morto negli scontri del 26 dicembre 2018, in via Novara, poco lontano dallo stadio di San Siro, prima della partita tra Inter e Napoli. La Procura aveva impugnato puntando, come in primo grado, sull’omicidio volontario, ma la stessa Procura generale aveva chiesto la conferma del verdetto.

“Sono dispiaciuto per la vittima e la sua famiglia, non volevo che una persona morisse, quella sera era la mia prima trasferta, non sono un ultrà”, ha spiegato Fabio Manduca ai cronisti dopo la sentenza della Corte d’Assise d’appello di Milano. “Sono dispiaciuto per la vittima e la sua famiglia, non volevo che una persona morisse, quella sera era la mia prima trasferta, non sono un ultrà” ha commentato Manduca.

La Corte, confermando l’imputazione e la pena per Manduca, ha riformato solo la parte della sentenza del gup Carlo Ottone De Marchi in abbreviato, emessa nel novembre 2020, che riguardava il presunto “concorso doloso della vittima”. Concorso che, dunque, per i giudici di secondo grado non c’è stato. Una riforma del verdetto, però, che, come hanno chiarito i giudici, servirà “ai soli fini civilistici” per il procedimento civile di risarcimento danni. Il gup, infatti, aveva anche riconosciuto all’imputato l’attenuante del “concorso” del “fatto doloso della persona offesa”. Gli ultras interisti, alleati con tifosi del Varese e del Nizza, “per primi avevano invaso la carreggiata di via Novara e avevano attaccato la carovana dei tifosi napoletani” e Belardinelli, aveva scritto il giudice, “è stato uno dei primi a dare vita alla rissa, invadendo la corsia e colpendo il vetro del Ford Transit che precedeva l’auto del Manduca”. “Non ho investito nessuno, sono solo fuggito spaventato dai disordini”, aveva detto Manduca davanti al gup nell’ottobre 2020.