- Pubblicità -
Tempo di lettura: 2 minuti
Avrebbe potuto denunciare tutti. Tutti, tranne lui. Ha osato farlo e per questa ragione è stata punita e uccisa come si fa con un boss della camorra che ha commesso un omicidio: decine di colpi di pistola esplosigli contro. Matilde Sorrentino era una donna, madre di due bambini e donna coraggio perché aveva denunciato ai carabinieri e raccontato in aula che c’era un giro di pedofili che sistematicamente violentava bimbi. I carabinieri del nucleo Investigativo del gruppo di Torre Annunziata hanno dato oggi esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del tribunale di Torre Annunziata, su richiesta della Procura, nei confronti di Francesco Tamarisco, 45 anni, boss dell’omonimo clan, denunciato dalla Sorrentino che su suo ordine fu uccisa il 26 marzo del 2004, sotto la sua abitazione. Freddata con più colpi di pistola a 49 anni. Poco dopo il fatto fu ammanettato Alfredo Gallo: era il 30 aprile del 2004 e adesso sta scontando l’ergastolo. Le indagini non si sono mai fermate e così questa mattina è arrivato l’epilogo con l’arresto del mandante. L’omicidio della donna rappresentò il tragico epilogo di una delle più gravi vicende criminali verificatesi a Torre Annunziata, ovvero quella del sistematico stupro di bambini nel quartiere detto dei “poverelli”. I fatti furono raccontati da tre madri coraggiose, tra le quali Matilde Sorrentino. Grazie alle loro testimonianze il 9 giugno del 1999 vennero condannati 17 dei 19 imputati, tra i quali Francesco Tamarisco, poi assolto in appello. Il 26 e il 27 luglio, in dieci ore, vennero trucidati a Torre Annunziata Ciro Falanga e Pasquale Sansone, due dei condannati rimessi in libertà per decorrenza dei termini di custodia cautelare. Secondo quanto ricostruito dalla Procura e dai racconti dei pentiti, Tamarisco uccise per vendicarsi delle accuse che Sorrentino le aveva rivolto, “infangando” il suo nome. Era un boss del clan dei “Nardiell” con base a Torre Annunziata e che si occupava, e tutt’ora lo fa, di traffico internazionale di droga.