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Al sit-in che si terrà domani in piazza Municipio, a Napoli, per sollecitare “cure e non carcere” per Simone Isaia, l’uomo arrestato per aver incendiato la Venere degli Stracci di Michelangelo Pistoletto, aderirà anche la stessa amministrazione comunale, attraverso il Garante dei detenuti. E’ quanto si apprende dal Comune, il quale fa anche sapere che non sosterrà alcuna spesa diretta per la nuova opera, che rimpiazzerà quella bruciata.
Il Comune di Napoli ha deciso, in accordo con Fondazione Pistoletto, di adoperarsi affinché la città possa godere nuovamente di una delle più importanti e rappresentative opere di arte contemporanea del panorama italiano”, afferma l’amministrazione, che “in merito ribadisce che non sosterrà alcuna spesa diretta. La ricostruzione sarà curata dallo stesso maestro Pistoletto”.
Quest’opera per il maestro – sottolinea ancora il Comune – ha un forte valore simbolico nel rappresentare l’attenzione alle persone che come Isaia, considerato autore dell’incendio dell’opera, necessitano di assistenza e sostegno. Lo spirito della ‘Rinascita della Venere’ è proprio questo”.
Ed è “in questa prospettiva” che il Comune di Napoli “attraverso il Garante dei Detenuti di Napoli don Tonino Palmese ha aderito al sit-in che si terrà domani 12 agosto alle ore 11 a sostegno di Simone Isaia”. Al sit-in dal titolo “Cure, non carcere per Simone Isaia” ha aderito anche il Garante dei detenuti campano Samuele Ciambriello. I due garanti hanno motivato l’adesione ritenendo che, se gli approfondimenti svolti “dal punto di vista giudiziario, esistenziale e anche familiare” dovessero evidenziare che sussistono le condizioni per una pena alternativa, “ci sarà sicuramente il nostro sostegno”.
Auspichiamo che i magistrati competenti, nel corso delle indagini, laddove offrano nuove ed efficaci garanzie di tutela della collettività, possano rimodulare la misura custodiale in atto, consentendo a Simone di affrontare e risolvere il disagio personale, che certamente ha avuto un ruolo determinante in questa triste vicenda“, concludono i garanti.