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Napoli – Lo scopo è quello di far spazio agli artisti che amano far musica tra i vicoli e le piazze della Bella Napoli. Con loro rivivono tradizioni e culture. Nascono contaminazioni artistiche che addensano musicisti e viandanti da ogni luogo. La distanza tra pubblico e palco si azzera e un istante si trasforma in assoluta condivisione. Vico San Domenico ospiterà tanti artisti che si esibiranno in strada ad orario aperitivo.

Sabato 19 ottobre a farci divertire in formazione ci saranno: gli Σπαντεκά Spantecá-Rebetiko music from Naples. Un gruppo di rebetiko formato da musicisti con differenti trascorsi artistici . Si sono incontrati a Napoli grazie alla condivisione dell’amore per i suoni che vengono da lontano e per le culture che si mettono in viaggio. Dall’identificazione e dalla passione per la musica rebetika e per tutti gli ibridi culturali è nato il progetto musicale “Spantecà: rebetiko music in Naples”.Gli Spanteca’ danno nuova voce ai brani scelti tra i moltissimi del ricco repertorio rebetiko, disegnando un filo immaginario tra Napoli e il Pireo, tra due popoli di mare con la stessa “pancia”.  Spanteca’ é una parola napoletana non proveniente dal greco, ma dal latino “pantex”, in italiano “pancia”. L’abbiamo scelta per varie ragioni. Prima di tutto perché pensiamo che Napoli e la Grecia del rebetiko siano culture meticcie che hanno molto da dirsi. E poi perché è la pancia la prima a fare male. In noi Pancia contro Testa vince come minimo 6 a 0. E il Rebetiko quest’è: musica di pancia. Il Rebetiko nasce nelle aree suburbane del Pireo come fusione tra la musica popolare del luogo e di quella dei profughi greci di Istanbul e Izmir espulsi dalla Turchia a seguito della Catastrofe Microasiatica del 1922.

I rebetes erano i figli di quella diaspora. Gente di umili condizioni sociali, vivevano estraniati dal resto della società, ai confini delle città e della legalità. Nella notte i tekès (le taverne) si riempivano del fumo dei narghilé, del bere e della loro musica suonata e danzata fino all’alba. Le loro canzoni, interpretate con passionalità struggente o con satira mordente, raccontano la migrazione, gli amori disperati, la povertà, la prigionia, la vita difficile della periferia. La musica è un meraviglioso miscuglio ibrido, figlio dell’esodo.