- Pubblicità -
Tempo di lettura: 2 minuti
L’investimento mortale di un’anziana, un evento “annunciato” secondo i residenti, lo scorso 12 settembre. E ora in via Caldieri, al Vomero, cittadini e comitati protestano ancora. “Dopo l’incidente mortale hanno tolto le campane della differenziata ed ora sostano le auto, ma cosa è cambiato?” si chiede Franco Di Mauro, presidente del comitato San Martino. Per lui, ancora oggi c’è “poca visuale e tanta monnezza in terra per giorni e giorni”. Insomma, stando agli abitanti della zona, via Caldieri è ancora pericolosa per i pedoni.
Ieri pomeriggio, gli addetti Asia hanno rimosso i cumuli di sacchetti. Ma la situazione, comunque, resterebbe rischiosa. Eliminare le campane “che riducevano sensibilmente la visibilità in prossimità delle strisce stesse – sostiene Di Mauro – non basta. Le misure estemporanee nei confronti di una popolazione oramai disabituata al controllo ed alla sanzione – ahinoi non solo per quanto riguarda il codice della strada – hanno un effetto ‘goccia nel deserto'”. L’attivista ricorda che “il controllo e la persecuzione dei mille reati che si registrano quotidianamente nella nostra città hanno bisogno di sistematicità. L’una tantum non serve, anzi convince ancor di più le persone inclini alla inosservanza delle regole a sfidare la ‘sorte'”. I residenti chiedono altro, contro lo sfrecciare dei veicoli. “Nel caso di specie – spiega il presidente del comitato -, se le strisce pedonali fossero ben visibili e non consumate, se si costruissero dossi anti velocità, se ci fossero le telecamere a registrare le violazioni, se ci fossero i vigili urbani controllare, se ci fossero i carri attrezzi numerosi ed operativi, se si pagassero i verbali di contravvenzione, se si verificasse che i verbali vengano pagati”. Sono tanti i “se” rimasti nel limbo. “Nella capitale dell’incertezza e dell’approssimazione e dai mille problemi, per cui ogni problema va in coda ad un altro – aggiunge Di Mauro -, saremo costretti a registrare inerti ed impotenti ancora reati, piccoli medi e grandi – ma sono tutti grandi -, senza mai invertire la rotta”. E il timore: “Piangeremo altri disastri, altre vittime, altre ingiustizie”.