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Napoli – Assistenza ai disabili e alle fasce deboli sempre più ridotta al lumicino, i lavatori dei servizi socio-assistenziali scendono in piazza per protestare contro il Comune di Napoli, “reo” di essere il principale artefice dei tagli ai finanziamenti dei progetti. Il sit-in è andato in scena davanti a Palazzo San Giacomo, sede della giunta partenopea, e ha visto la partecipazione di oltre un centinaio di addetti ai lavori.  

Stamattina, infatti, i circa 140 operatori delle cooperative che offrono i servizi socio-assistenziali per le dieci Municipalità del Comune di Napoli si sono radunati sotto Palazzo San Giacomo per rivendicare, nei prossimi affidamenti, l’inserimento della clausola sociale, vale a dire, il mantenimento del personale già impiegato sull’appalto e l’intervento sostitutivo dell’ente in caso di inadempienze contrattuali. La partecipata mobilitazione degli operatori del terzo settore però aver dato i suoi frutti.

L’assessore al ramo ha infatti convocato per domani alle 17 le organizzazioni sindacali – alla manifestazione hanno preso parte in primis l’Usb e la Cgil – per effettuare un esame congiunto relativamente alle problematiche sollevate. «L’Unione Sindacale di Base – fanno i dirigenti dell’Usb – porrà a tutela delle lavoratrici e dei lavoratori pieno contrasto all’inaccettabile precarietà occupazionale che caratterizza il settore dei servizi socio-assistenziali a ogni cambio di affidamento, nel tentativo di sensibilizzare l’Amministrazione napoletana alle sue dirette responsabilità nei confronti di chi lavora negli appalti pubblici, in un contesto di generalizzata precarietà e diritti negati». L’estate rovente del welfare napoletano è appena iniziata.