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Napoli – Il colosso americano mette in vendita lo stabilimento di via Argine e a Napoli esplode l’ennesima vertenza. Whirlpool Emea annuncia di avere intenzione di «procedere con la riconversione del sito di Napoli e la cessione del ramo d’azienda a una società terza in grado di garantire la continuità industriale allo stabilimento e massimi livelli occupazionali». L’annuncio è stato dato ai sindacati nel corso di un incontro sul piano industriale. Immediata la replica dei sindacati. Per le organizzazioni dei lavoratori «è inaccettabile che gli impegni presi vengano disattesi in questo modo, a ogni cambio di management». Per questo motivo è stato chiesto un incontro urgente al ministero del Lavoro e dunque a Luigi Di Maio.

Oltre alla chiusura di Napoli, Whirlpool ha riconfermato per i siti di Cassinetta di Biandronno (polo Emea per i prodotti da incasso per le categorie freddo e cottura), Melano (hub regionale per i piani cottura ad alta gamma) e Siena (dedicato alla produzione di congelatori orizzontali) la specializzazione in atto e i volumi produttivi e occupazionali previsti dal piano industriale firmato lo scorso ottobre. Confermato anche il trasferimento a Comunanzadella produzione delle lavatrici e lavasciuga da incasso dalla Polonia. Il sito, fa sapere l’azienda, beneficerà quindi di un incremento dei volumi che porterà la produzione totale a oltre 800mila unità. Nei prossimi giorni Whirlpool lavorerà con le organizzazioni sindacali, le istituzioni locali e nazionali per definire tutti i dettagli e le tempistiche della riconversione. Le reazioni non si sono naturalmente fatte attendere e sono tutte all’insegna della preoccupazione.

«Napoli tradita da Whirlpool». È l’accusa della Fiom-Cgil in una nota, dopo l’annuncio del management della multinazionale americana di vendere lo stabilimento di Napoli. «Solo a ottobre scorso, con un accordo quadro sottoscritto in sede ministeriale, quindi con l’impegno anche del ministro Di Maio, Whirlpool aveva dato garanzie di investimenti e salvaguardia dell’occupazione in tutti gli stabilimenti del gruppo», dice la Fiom. Per la Fiom «è inaccettabile che gli impegni presi vengano disattesi in questo modo, a ogni cambio di management. Abbiamo chiesto un incontro urgente al Ministero. È necessaria una presa di posizione del governo, co-attore dell’accordo quadro che ad oggi viene messo in discussione dall’azienda. Tutti gli stabilimenti del gruppo si sono fermati, con produzioni bloccate in tutto il gruppo». «Napoli non può permettersi la perdita di 430 posti di lavoro, non può farlo dopo che l’azienda Whirlpool ha sottoscritto, solo sei mesi fa, un piano industriale che prevedeva investimenti fino al 2021 e l’aumento di ore di lavoro nello stabilimento napoletano come in quello di Carinaro; la vertenza riguarda inoltre anche 140 lavoratori dell’indotto nell’avellinese», è l’attaco lanciato in una nota congiunta dal sindaco Luigi de Magistris e dall’assessore al Lavoro Monica Buonanno, che avvertono: «È urgente e necessario che il Mise apra le porte a questa dolorosa vertenza e che riconosca la necessità del lavoro come una priorità del Mezzogiorno».