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Il giudice José Marcos Lunardelli del Tribunale regionale federale della terza Regione ha concesso la libertà a Cesare Battisti, accogliendo la richiesta di habeas corpus avanzata dagli avvocati dell’ex terrorista, che era stato arrestato due giorni fa a Corumba’ nel Mato Grosso do Sul. La decisione del tribunale con sede a San Paolo è provvisoria, sottolineano i media. L’aspettativa comunque è che Battisti possa lasciare il carcere di Corumba’ nelle prossime ore. I suoi difensori, Igor Sant’Anna Tamasauskas e Otavio Mazieiro, hanno divulgato una nota alla stampa informando che stanno prendendo “tutte le misure necessarie” affinché il loro assistito sia liberato “già stanotte”.

Il governo brasiliano avrebbe pronto un piano per rispedire Cesare Battisti in Italia già nei prossimi giorni: lo sostiene il sito del quotidiano ‘O Globo’. L’idea sarebbe quella di imbarcare l’ex terrorista su un aereo della polizia federale direttamente da Corumbà – la città del Mato Grosso do Sul dove si trova in arresto da due giorni per sospetta evasione fiscale e riciclaggio di denaro – con destinazione Roma. 

 

L’impegno per riportare Battisti in Italia va avanti da anni ma negli ultimi tempi, con l’insediamento del nuovo presidente brasiliano Michel Temer, di tutt’altro colore politico rispetto a Lula e alla Rousseff, si è impressa una decisa accelerazione. Nei mesi scorsi il ministro degli Esteri Angelino Alfano ha dato mandato all’ambasciatore italiano in Brasile di richiedere formalmente alle autorità di riavviare le procedure per estradare l’ex terrorista, condannato all’ergastolo per quattro omicidi. La richiesta è stata sottoposta in Brasile ad una “prima analisi tecnica”, secondo indiscrezioni della stampa brasiliana, ma intanto ha ottenuto il consenso di due ministri ‘pesanti’: quello della Giustizia, Torquato Jardim, e degli Esteri, Aloysio Nunes Ferreira. Per quest’ultimo, in particolare, un eventuale via libera all’estradizione di Battisti sarebbe un gesto “importante dal punto di vista diplomatico”.

Il governo brasiliano avrebbe anche già trovato il modo di aggirare il decreto Lula, quello che nel 2010 concesse a Battisti lo status di rifugiato politico e quindi un visto permanente in Brasile. In base ad una delibera della Corte Suprema del 1969, infatti, “la pubblica amministrazione può annullare i propri atti” in presenza di un vizio oppure revocarli “per ragioni di convenienza o di opportunità”. Battisti evidentemente non crede, o ostenta di non credere, a questa possibilità e sfacciatamente dichiara di sentirsi ‘blindato’ dal decreto dell’ex presidente-operaio. Una sicurezza tradita però dai fatti.