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Una luce in fondo al tunnel. Una speranza, quella coltivata a Roma, precisamente all’ospedale Spallanzani. Nella capitale, da questa mattina, è partita la sperimentazione sull’uomo del vaccino italiano contro il Covid-19. La ricerca è stata portata avanti con il sostegno della Regione Lazio e del ministero della Ricerca. Sono stati quattromila i volontari che si erano offerti per avviare il progetto, tra questi ne sono stati scelti novanta. “Se riusciamo a essere veloci, oltre che bravi, entro fine anno concluderemo ‘il percorso’ della sperimentazione e per la prossima primavera potremo avere il vaccino commercializzato. Il vaccino è tutto italiano, abbiamo lavorato insieme alla società ReiThera“, lo ha dichiarato il Direttore Sanitario dell’ospedale Lazzaro Spallanzani di Roma, Francesco Vaia. “Cominciamo la cosiddetta Fase 1, la fase della sicurezza e della immunogenicità. Non ci dovranno essere effetti collaterali e il vaccino dovrà essere in grado di sviluppare anticorpi naturalizzanti. In autunno, quindi Fase 2 e 3, proseguiremo probabilmente all’estero, soprattutto in luoghi come il Brasile, il Messico e altri Paesi dove il contagio è molto più forte“. Se si arriverà al vaccino “bene comune“, la proprietà del brevetto sarà dello Stato, ha precisato Zingaretti.