“Il pm – spiega il legale – chiede l’archiviazione perché non si ravvisa nella condotta di Monda alcuna violenza o minaccia. Al contrario di tutto quello che si è scritto e detto. Sono gli stessi querelanti a riferire come l’indagata non abbia mai minacciato direttamente le persone offese, non abbia avuto alcun tipo di contegno violento, tale circostanza viene inoltre confermata dallo stesso video prodotto in sede di querela, nel quale non vi è traccia di comportamenti minacciosi o violenti tenuti dalla querelata”.
“In secondo luogo, – prosegue Ciruzzi – occorre precisare che i due querelanti non vengono costretti ad allontanarsi dal ristorante in ragione della minaccia o della violenza, comunque non sussistenti, né la minaccia né la violenza, ma loro escono dal ristorante in ragione di una scelta volontaria. Appare inoltre del tutto inconferente la qualificazione del fatto come aggravato dall’articolo 604 ter del codice penale e cioè l’aggravante della finalità di odio razziale, religioso che non risulta sussistente nella fattispecie un comportamento avente finalità di discriminazione o di odio etnico, nazionale, razziale o religioso”.
“L’indagata – spiega l’avvocato – si limitava infatti ad affermare una responsabilità morale dei querelanti, in quanto israeliani, con riferimento alla morte dei bambini palestinesi in ragione delle operazioni militari poste in essere dal governo di Israele”.
L’altro legale della ristoratrice, l’avvocato Stella Arena, ha sottolineato che i gestori del locale citeranno in sede civile “alcuni media per un dovere verso la città visto che si possono usare termini previsti da diritto internazionale e chi li usa non può essere usato da gogna mediatica. Analizziamo i media e chi ha compiuto un reato nei confronti di Nives Monda agiremo. E’ stata una gogna mediatica subita da Nives ed è giusto ripristinare il diritto”.