Tempo di lettura: 6 minuti“Cara Elly Schlein e caro Giuseppe Conte,
siamo un gruppo di cittadini che si riconoscono nell’area politica – culturale del centrosinistra nella sua articolazione più ampia, impegnati a sostenere convintamente il progetto di alternativa alla destra che state portando avanti con le altre forze politiche e sociali di opposizione, nelle istituzioni e nel Paese.
In Campania avete deciso di coinvolgere Vincenzo De Luca, il cacicco per eccellenza, all’interno del campo largo che state predisponendo per le prossime elezioni regionali. Avete preso a bordo un nemico giurato della vostra stessa visione politica. Un nemico che rimarrà tale qualunque cosa gli concederete. Un nemico che di giorno in giorno alzerà il prezzo del suo sostegno, una volta che lo avete convinto della sua indispensabilità per la vittoria della coalizione.
Non avete, quindi, costruito un accordo in base a considerazioni di realismo politico, ma state per accettare un ricatto permanente da parte di De Luca e dei suoi.
A nostro avviso, voi continuate a sopravvalutare la forza elettorale di un personaggio alla fine del suo lunghissimo e incontrastato regno. Accettando questa interlocuzione gli avete ridato un ruolo che l’età, il mancato terzo mandato, gli insuccessi amministrativi e il consenso rapidamente calante gli stavano togliendo definitivamente.
Conosciamo bene De Luca, molto più di voi e di chi vi ha consigliato di incontrarlo e di rilegittimarlo.
Alcuni dei promotori di questo appello hanno scritto un libro su di lui, Il Monarca, e sono pronti a dimostrare, carte e dati alla mano, che si tratta di uno dei peggiori amministratori che la regione Campania ha avuto nei suoi 55 anni di vita. De Luca è un permanente bluff amministrativo che vuole far passare i suoi evidentissimi fallimenti in grandi risultati, che voi invece avallate parlando di “continuità” con la sua azione di governo.
Oltre il muro della propaganda (condotta oltretutto senza risparmio di risorse pubbliche), la realtà parla di una sanità pubblica disastratissima, svenduta ai privati e alle logiche clientelari ( la Campania è la regione che spende di più per operazioni ai suoi concittadini in strutture sanitarie del Centro-Nord; è la regione in cui bisogna aspettare un tempo lunghissimo per qualsiasi intervento urgente e si può prenotare un’analisi o una radiografia con le struttura convenzionate solo nei primi 10 giorni di ogni mese), di un sistema di trasporti regionali da quarto mondo, di una politica urbanistica che, attraverso una legge-quadro, ha privilegiato gli interessi della grande rendita fondiaria spianando la strada a un nuovo, indiscriminato assalto al territorio da parte del “partito trasversale” del cemento. In parallelo, le politiche per la salvaguardia ambientale hanno segnato una brusca battuta d’arresto, in interdipendenza con l’introduzione di una selvaggia deregulation nel settore dell’edilizia, privata e pubblica.
Nello stesso tempo, il governo regionale ha spalancato le porte alla privatizzazione dell’acqua sottraendo completamente alla discussione pubblica un argomento di tale rilevanza. L’atteggiamento di chiusura autocratica sulle grandi decisioni strategiche ha, d’altronde, sistematicamente ostruito ogni percorso di partecipazione e depresso gravemente la stessa rappresentatività dell’organo elettivo.
Come pensate di rinnovare la politica italiana se nella regione più inguaiata d’Italia vi assumete la responsabilità di proseguire l’azione amministrativa di un siffatto presidente di regione?
Certo, è vero che De Luca deve subire un candidato che odia, Roberto Fico, ma si risolve il problema consentendogli di presentare sue liste che eleggeranno dei consiglieri in grado di impedire ogni azione innovativa? È passato solo qualche giorno dall’accordo e De Luca torna di nuovo a vomitare veleno su Roberto Fico. Ed è solo l’aperitivo di quello avverrà in seguito. De Luca eleggerà consiglieri suoi nelle liste del Pd, nelle liste del Psi (il segretario nazionale è suo dipendente) e nelle liste civiche che autorizzate a presentare. Consentire una o più liste personali a De Luca rappresenta un incredibile autogol per i vostri partiti. Finora si sono consentite le liste dei candidati presidenti o sindaci. Ora si stabilisce il precedente che chi esce di scena ha diritto ad uno strapuntino elettorale in coalizione. Ancora più grave è l’ipotesi di un accordo spartitorio sulle poltrone di Giunta ancora prima del voto, in termini di numeri e qualità degli assessorati.
Non ci sembra questo un modo per aiutare Fico: mettendolo cioè sotto tutela del presidente precedente.
Certo, vi siete battuti contro il terzo mandato e ve ne diamo atto. Ma se non fosse intervenuta la sentenza della Corte costituzionale, lui si sarebbe presentato contro di voi e contro il campo largo.
Insomma, voi che vi presentate come gli artefici di una politica nuova, state risuscitando un pezzo della vecchia politica, della clientela e del familismo meridionale (negli accordi già sanciti c’è via libera anche all’ascesa del figlio di Vincenzo De Luca, Piero, alla segreteria del Pd campano) una politica che non ha prodotto nessun atto di cui essere orgogliosi come progressisti italiani. Il trasformismo è il grande nemico di ogni politica di rinnovamento e, purtroppo, anche voi, con nostro grande rammarico, vi state incamminando lungo quella strada. Noi invece siamo convinti, carte alla mano, che il campo largo in Campania non sia compatibile con De Luca, con i deluchiani e con la continuità della sua amministrazione.
C’è un dato sul quale vi invitiamo a riflettere: nonostante tutti i sondaggi elettorali continuino a dare il centrosinistra avanti al centrodestra, un recente test di gradimento sull’operato delle amministrazioni regionali, condotto dall’Istituto Piepoli, segnala come, in stragrande maggioranza, i cittadini della Campania siano profondamente insoddisfatti di com’è stata governata la loro Regione negli ultimi cinque anni. Una bocciatura in piena regola dell’esperienza amministrativa appena conclusa. Ma, soprattutto, una richiesta di discontinuità di una parte rilevante dell’elettorato di centrosinistra che non può essere ignorata, pena un possibile incremento dell’astensionismo che potrebbe addirittura consentire una rimonta elettorale della destra.
È per questo che vi invitiamo, assieme alla coalizione di centrosinistra che sarà in campo, non solo a presentare presto il programma da sottoporre agli elettori, ma anche di farlo precedere da una rigorosa analisi, la più obiettiva possibile, sui risultati conseguiti nelle regioni al voto durante l’ultimo decennio, utilizzando tutte le statistiche a disposizione
Noi riteniamo che questa radiografia non costituisca solo un atto doveroso nei confronti degli elettori, ma anche come un criterio per la selezione della classe dirigente.
È per questo, cara Elly e caro Giuseppe, che vi chiediamo di rendere pubblici gli accordi sottoscritti con colui che è e sarà vostro nemico, così come è stato da sempre nemico di ogni serio rinnovamento.
Nell’invitarvi, sin d’ora, a partecipare ad un confronto di merito nel mese di settembre, vi inviamo”
Cordiali saluti.
Aurelio Musi
Luciana Libero
Massimiliano Amato
Isaia Sales
Pietro Spirito
Giulio Sapelli
Rino Mele
Paolo Mancuso
Andrej Longo
Luciano Brancaccio
Marco Plutino
Michele Gravano
Fausto Morrone
Flora Calvanese
Fausto Martino
Michele Caiazzo
Michele Iervolino
Franco Siani
Lino Picca
Daniela De Crescenzo
Luciano Brancaccio
Maria Luisa Iavarone
Giovanni Cerchia
Marco Plutino
Giuseppe Vuolo
Giuseppina Reppucci
Giuseppe Pagano
Marco De Martino
Vincenzo Sbrizzi
Bruno Miccio
Giovanni Paonessa
Sofia Masillo
Silvia Ricciardi
Vincenzo Morgera