Tutto pronto per la 15esima edizione di “Riverberi”, la rassegna musicale ideata e diretta da Luca Aquino, che abbraccia parte del territorio sannita, realizzata grazie al contributo della Regione Campania e finanziata con risorse del FSC Campania 2021/27 Fondo di Rotazione ex lege n.183/1987 destinate alla definizione del “Programma Unitario di Percorsi Turistici di tipo culturale, naturalistico ed enogastronomico di portata nazionale e internazionale”.
L’appuntamento inaugurale è già fissato: il festival si aprirà il 23 agosto con la tappa di San Nazzaro e il concerto presso la Villa Comunale, alle 21.30, di Daniele Sepe, che sarà introdotto dall’esibizione del talentuoso musicista beneventano Simone Ielardi (alle 21.00). Ricordiamo che l’accesso a tutti gli eventi è totalmente gratuito.
Il partenariato anche quest’anno include sei comuni: capofila, esattamente come lo scorso anno, resta Castelpoto. Oltre al già citato San Nazzaro, lo affiancheranno i riconfermati Sant’Angelo a Cupolo, San Martino Sannita, San Leucio del Sannio e Pietraroja.
Come tradizione vuole, manifesto e logo della rassegna sono frutto di un’opera del maestro Mimmo Paladino.
Il cartellone completo del festival, che quest’anno presenta artisti di rilievo nazionale e internazionale (quasi tutti di scena per la prima volta sui palchi di Riverberi), sarà annunciato nel corso della conferenza stampa di presentazione, che avrà luogo martedì 19 agosto alle ore 10.30 a Benevento, presso la sala consiliare della Rocca dei Rettori.
Queste le date presso i vari Comuni della rassegna itinerante: 23 agosto San Nazzaro, 2 settembre San Martino Sannita, 4 e 5 settembre Castelpoto, 11 settembre Sant’Angelo a Cupolo e 12 settembre San Leucio del Sannio. L’evento a Pietraroja si svolgerà invece nel mese di dicembre, con esattezza il giorno 28.
L’idea di Riverberi nasce nel 2008 a Skopje in Macedonia quando, con il progetto “The Skopje Connection”, Luca Aquino incontra Enrico Blumer, Dzjan Emin e Georgi Sareski. Tre giorni trascorsi in una sala d’incisione, una demo di suoni elettronici modulati da distorsori e loop e, infine, una ghost-track da registrare dal vivo in un luogo insolito, un antico bagno turco del XV secolo dal riverbero comodo, ascetico, ipnotico. Sulla carta è questo il programma per la realizzazione del disco finché, a un certo punto, accade qualcosa: i musicisti, catturati dai suoni naturali dell’hammam, decidono di registrare di getto l’intero album, seguendo unicamente la musica e mettendo da parte la demo prodotta in studio nei giorni precedenti. In un sol colpo, le sonorità di un’architettura secolare smantellano quelle moderne delle sale d’incisione. L’indagine dei suoni naturali si radica dunque nella ricerca di Aquino che, rientrato in Italia, progetta e definisce, con l’aiuto dello studio commerciale di famiglia, il festival Riverberi. Punto nodale della manifestazione si rivela l’esplorazione delle differenti sonorità acustiche e delle possibilità che esse hanno di amplificarsi e di espandersi negli spazi dell’architettura. Per traslato, Riverberi diffonde inoltre l’idea di una musica che si moltiplica e si propaga oltre i vincoli e le barriere tra i differenti generi e i linguaggi espressivi.
In altre parole, come le onde acustiche si estendono e si modificano in base agli impatti con gli elementi architettonici, così la musica raggiunge nuovi territori, spazia, cambia forma e cresce in base agli incontri che avvengono lungo il tragitto. In quest’ottica, i luoghi assumono grande rilevanza: chiostri, cortili, corti private, atri di antichi palazzi non campeggiano unicamente come affascinanti cornici dei concerti, ma costituiscono parti fondanti dei progetti musicali poiché, al di là della presenza visiva, rappresentano i termini basilari di un’ indagine uditiva dello spazio. Le note si intersecano così al genius loci, prendono forma e direzione in base alle architetture e, quindi, alla Storia e alle storie che i posti sono in grado di raccontare. E se lo spazio condensa suggestioni e attese, il tempo rimane, ovviamente, quintessenza del mestiere dei musicisti.
Riverberi, la creatura di Luca Aquino, trombettista jazz ormai celebre in tutto il mondo, è giunta ormai al 15esimo anno di vita: nasce come patrimonio di Benevento città ma poi si è evoluto e trasformato con il coinvolgimento di numerose realtà locali, riuscendo a far tappa, negli anni, in circa una ventina di comuni sui 78 dell’intera provincia (in una prima fase sfruttando il filo conduttore della via Appia), oggi si propone di essere un un laboratorio di idee per la valorizzazione del patrimonio naturalistico e storico-artistico dei territori attraverso lo stretto rapporto tra musica e turismo. L’obiettivo è quello di coinvolgere un pubblico sempre più variegato senza alcuna distinzione d’età, perché la musica è una forma di espressione che unisce, un’arte riconducibile storicamente alla promozione della pace, della libertà e della diversità.