martedì, Settembre 9, 2025
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Covid-19, sono 65 i ricoveri al San Pio: nessun decesso nell’ultimo giorno

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Benevento – Cinque pazienti sono stati dimessi dal reparto Covid dell’ospedale San Pio nelle ultime ventiquattro ore. Due di loro, prima degenti nel reparto Malattie Infettive, sono tornati a casa e si trovano attualmente in isolamento fiduciario presso le rispettive abitazioni. Due bambini ricoverati in Terapia Intensiva Neonatale Covid, invece, sono stati trasferiti in reparto di degenza ordinaria andando ad azzerare il numero di casi accertati e ad incrementare conseguentemente di due unità i casi sospetti. 

Sono dunque 65 i pazienti attualmente ricoverati, di cui 28 residenti nel Sannio e 37 provenienti da altre province. Fortunatamente nell’ultima giornata non è stato registrato alcun decesso. 

 

Covid, anche al Policlinico di Napoli il reparto pediatrico è pieno di bimbi

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Napoli – “Siamo pieni ormai come ci accade da alcune settimane. Abbiamo otto posti letto sempre tutti occupati, facciamo un turn over di ricovero molto veloce, mandando a casa i bimbi che sono migliorati”. Così Alfredo Guarino, professore ordinario di pediatria all’università Federico II di Napoli espone all’ANSA la situazione del reparto al Policlinico Federico II di Napoli nella quarta ondata del Covid, che colpisce molto i bimbi.

“La situazione è molto difficile – spiega Guarinosoprattutto con il cluster di bambini dai 2 ai 12 anni che sono cronici oncologici e prendono il Covid, che non è una malattia terribile sui bimbi sani ma in questo momento molto grave per chi ha già delle proprie malattie. Penso appunto agli oncologici ma anche a chi ha la bronchiolite. Da noi medici pediatri arriva un messaggio molto forte per i bimbi malati cronici che vanno vaccinati. Poi abbiamo bimbi senza malattie di base che sono più piccoli. Noi lavoriamo per loro con grande impegno, ognuno ha la propria stanza con la mamma che per noi deve restare sempre con i figli in una condizione di biocontenimento, non si separano ma i bimbi soffrono”.

Il virus tra i bambini continua intanto a crescere: “lo fa maledettamente – spiega Guarino – sia dalla grande contagiosità della variante Omicron che dalle feste di Natale. Mesi fa avevo parlato di una tempesta perfetta di covid in arrivo ed è quello che succede oggi, abbiamo patogeni con virus respiratori che si mischia con il covid, è un caos, mischiare patologie e sovraffollare il biocontenimento. Ora abbiamo otto posti letto occupati tutti, non facciamo in tempo a dimetterne qualcuno che ne arrivano altri, il nostro telefono è una red line. Il reparto in questo momento è nelle massime dimensioni possibili, poi se sarà necessario allargare bisogna trovare soluzioni. Noi intanto lavoriamo a pieno regime sono saltate le vacanze e ci impegniamo anche con gli specializzandi del quarto e quinto anno, ragazzi del ’99 con cui gestiamo il reparto e devo dire che sono veramente bravi”.

LEGGI ANCHE – https://www.anteprima24.it/napoli/covid-napoli-reparto-santobono-pieno-bambini-ricoverati/

Via libera dell’Asl, il Napoli parte per Torino

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Nonostante un numero molto alto di contagiati, il Napoli parte regolarmente alla volta di Torino. La ASL Napoli 1 ha deciso di non intervenire e  non ha disposto alcun tipo di divieto per il club partenopeo che dunque stasera arriverà in Piemonte, dove domani scenderà in campo contro la Juventus di Massimiliano Allegri. In totale sono 7 i contagi accertati, tra cui 6 calciatori. Il Napoli può scendere in campo, perché ha comunque a disposizione, al netto anche di diversi infortuni, più di 13 elementi in rosa.

Il comunicato ufficiale dell’Asl: “In merito all’accertato focolaio di positività al Covid-19 relativo alla SSC Napoli, l’ASL Napoli 1 Centro rende noto che alla conclusione dell’indagine epidemiologica è stata confermata la presenza di diverse positività, anche nell’ambito del gruppo squadra, e che per tutti i soggetti risultati positivi è stato disposto l’isolamento. Per i contatti stretti individuati è invece stato disposto il rispetto di quanto previsto al punto 1 della Circolare del Ministero della Salute n° 60136 del 30.12.2021.

È stato inoltre ribadito alla Società Calcio Napoli che il gruppo squadra, alla luce dell’acclarato focolaio di positività che tra l’altro presenta un continuo trend di casi positivi, dovrà attenersi scrupolosamente al massimo rispetto delle norme di contenimento e riduzione del rischio. La Società Calcio Napoli, alla luce del sopracitato focolaio e nel principio della massima cautela, provvederà a valutare ogni altra misura preventiva/restrittiva utile ad impedire la diffusione del contagio”.

 

I precari del San Pio: “Trattati come lavoratori di serie B, usciamo sconfitti”

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Riceviamo e pubblichiamo la nota stampa a firma dei quindici precari impiegati dall’ A.O. San Pio per l’emergenza COVID-19 che sono stati tagliati dall’organico il 31 dicembre scorso. La nota fa seguito all’incontro avvenuto questa mattina a Palazzo Mosti
 
“Con profondo rammarico usciamo sconfitti e avviliti da questo incontro. Non abbiamo ricevuto le risposte in cui confidavamo. Il confronto non ha portato ad alcuna soluzione utile per nessuna delle parti. Ci hanno congedato con le parole “ci dispiace, ma abbiamo le mani legate”, scaricando le responsabilità sui “sacri” vincoli regionali. Ci sentiamo trattati come cittadini e lavoratori di serie b. Non è ammissibile che, in quanto interinali, non possiamo essere equiparati a tutti i colleghi che hanno avuto il privilegio di godere della proroga di De Luca, pur presidiando ambulatori. Noi, invece, che eravamo a difesa dell’azienda ospedaliera ‘San Pio’, veniamo scaricati senza troppe lusinghe. Non è concepibile che a chi vuole difendere il proprio territorio e la salute del prossimo venga suggerito dal primo cittadino: “dirigetevi altrove, dove il lavoro c’è, il percorso è più breve”. Se questa è la condizione del nostro territorio, della nostra regione, forse non vale la pena neanche di lottare. Ma noi non ci arrendiamo, abbiamo fiducia nelle nostre capacità. La nostra voce non si spegnerà e continuerà a far rumore anche nella tempesta più violenta. Ringraziamo il Sindaco, il direttore sanitario e il direttore amministrativo per l’incontro. Ci dispiace per la mancata partecipazione del direttore generale”. 
 

Aumentano i casi Covid tra detenuti e agenti nelle carceri campane

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Benevento – “Oggi ci siamo recati nel carcere di Poggioreale. Abbiamo notato come all’interno delle sale comuni, come la sala colloqui familiari-detenuti e nella sala di attesa, nella stragrande maggioranza dei casi né detenuti ne i familiari utilizzano i dispositivi di protezione individuale, quali mascherine e gel igienizzanti, durante il momento colloquiale e non viene garantito alcun distanziamento fisico necessario. A fronte di una popolazione carceraria di 2192 detenuti, ad oggi risultano 56 detenuti e 21 agenti contagiati. Abbiamo incontrato il Direttore del carcere, il Comandante ed il vicecomandante, il responsabile dell’area sanitaria carceraria e quello dell’Asl Na1. Con nostro rammarico abbiamo constatato, inoltre, che familiari ed avvocati possono entrare all’interno della struttura carceraria senza che vi sia bisogno o obbligo di mostrare ne Green pass in corso di validità, né tantomeno un tampone che ne certifichi la negatività al Covid19″.

Così Samuele Ciambriello, Garante Campano dei Detenuti e Pietro Ioia, Garante napoletano all’uscita dal carcere di Poggioreale.

“L’Asl – continuano i due Garanti – avvii concretamente una campagna di vaccinazione per le seconde e terze dosi ed una campagna di sensibilizzazione per chi ancora non ha effettuato nemmeno la prima di dose di vaccino. Abbiamo ricevuto la disponibilità da parte del cappellano del carcere, Don Franco Esposito, di poter allestire un Hub interno nella Cappella del carcere. In tal modo si potrebbe procedere in maniera repentina ed efficace. Ci auguriamo, inoltre, che Governo e Parlamento modifichino la norma che, attualmente, non prevede l’obbligo vaccinale per i familiari che fanno visita ai detenuti e per gli avvocati degli stessi. Inoltre ai detenuti diciamo di essere in prima persona artefici del proprio diritto alla salute, procedendo alla vaccinazione”.

Complessivamente attualmente in Campania ci sono 198 detenuti contagiati, due ricoverati in ospedale, e 111 agenti contagiati. I Garanti comunicano altresì che ieri sera nel carcere di Poggioreale un detenuto straniero del padiglione Salerno è morto per cause ancora da accertare.

“Mutare il carcere – concludono Ciambriello e Ioia – significa soprattutto avviare un processo culturale che conduca alla garanzia dei diritti ed alla certezza della pena, facendo divenire le strutture carcerarie uno spazio trasparente. Ci auguriamo, altresì, che per combattere e superare il sovraffollamento carcerario venga rivista l’attuale logica custodialista ed afflittiva, ponendo le basi affinché vengano riconosciute pene alternative al carcere.

L’ultimo nostro augurio, infine, è che si mobilitino tutte le forze sane che possono e devono attraversare questo “luogo chiuso”, ritenendolo, perchè no, una risorsa a disposizione della comunità”.

Covid, a Napoli il reparto del Santobono è pieno: 20 bimbi ricoverati

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Napoli – “La situazione è difficile. Abbiamo raddoppiato i posti letto per i bimbi con il covid, passando da 10 a 20 che oggi sono tutti pieni”. Così Vincenzo Tipo, primario del Pronto Soccorso dell’ospedale pediatrico Santobono di Napoli, spiega all’ANSA la situazione difficile dell’ospedale pediatrico, punto di riferimento per i bambini di tutta la Campania.

“Il reparto – spiega Tipo – è completamente pieno. Abbiamo una percentuale di accessi al pronto soccorso di bimbi malati di covid di 50 al giorno. Sono numeri inimmaginabili fino a due settimane fa, che non avevamo mai avuto. La maggior parte si tratta di bimbi lattanti, al di sotto di un anno. Hanno la febbre anche alta che spaventa i genitori che li portano qui e dal nostro tampone emergono positivi. Per fortuna non tutti necessitano del ricovero, la maggior parte non hanno patologie respiratorie né sono disidratati e quindi li mandiamo a casa con controlli del pediatra di base. Meno del 10%, invece, li ricoveriamo”.

Una situazione difficile per il Santobono che però affronta con coraggio la pandemia che sta attaccando la società dei bambini: “I genitori – spiega Tipo – sono spaventati e cerchiamo di rassicurarli, spieghiamo loro le manifestazioni da tenere sotto controllo e di interfacciarsi con il pediatra di famiglia, che poi ci ricontatta se vede che la cosa stesse stiano peggiorando. L’Omicron si comporta così, lo dicevamo da tempo che se una buona parte dell’età adulta è vaccinata, il virus per sopravvivere deve aggredire chi non ha anticorpi e quindi parliamo dei bimbi non vaccinati da 0-5 anni, in cui il covid trova terreno molto fertile. Attualmente i bambini costituiscono infatti il 30-35% di tutti i positivi in Italia”.

Numeri forti che colpiscono sia figli di genitori non vaccinati che con due somministrazioni. La maggior parte dei bambini al Santobono è in degenza normale, tranne uno che attualmente è in terapia intensiva: “Abbiamo un bimbo – spiega il primario – che ha delle comorbilità con una situazione complessa. Ha 3-4 anni e una sindrome genetica importante con il covid che peggiora la sua condizione di base. Poi abbiamo due bimbi con problemi respiratori che hanno avuto ossigeno, mentre tutti gli altri hanno febbre alta e problemi gastrointerstinali, li teniamo ricoverati per 4-5 giorni, poi stanno meglio e li dimettiamo per proseguire terapia a casa”.

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Arpac, nuova sede alla Spina Verde per attività laboratoriali

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Benevento – Esito positivo per il sopralluogo dei vertici regionali e provinciali dell’Arpac tenuto questa mattina presso i locali della nuova sede al Rione Libertà. La struttura, che va ad aggiungersi (almeno temporaneamente) a quella in via San Pasquale,  consentirà di migliorare le capacità operative dell’Agenzia.

All’ispezione hanno partecipato con il direttore generale regionale dell’Arpac, Stefano Sorvino, e quello provinciale, Elina Barricella, anche il sindaco di Benevento Clemente Mastella e l’assessore comunale all’Ambiente, Alessandro Rosa. Era presente anche l’amministratore dell’Asia Donato Madaro.

“Per il Rione Libertà è una giornata importante. Una struttura degradata avvilita quale questa della Spina Verde, non sfruttata sinora, trova esteticamente nuova linfa – ha sottolineato il primo cittadino -. Ci saranno 30 nuovi funzionari che lavoreranno in questo territorio e ci sarà pure un ritorno sull’economia nel quartiere. L’Arpac si assumerà pure il compito a tenere in piede la cura del verde  e la Spina Verde troverà giovamento”.

Il direttore Sorvino ha evidenziato: “Questi locali sono attivi dal 27 dicembre scorso e concessi in comodato d’uso da parte del Comune. Sono locali moderni funzionali per le attività laboratoriali. Organizzeremo un evento inaugurale appena il Covid abbasserà la sua morsa sulla tematica ambientale “.

 

Allegri: “Credo che Juve-Napoli si giocherà. Chiesa e Dybala stanno bene”

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Torino – “Noi ci siamo preparati per giocare, credo che giocheremo: mentalmente dobbiamo essere focalizzati perché è uno scontro diretto, le altre dinamiche non sono di mia competenza e dobbiamo solo prepararci”. Così Massimiliano Allegri in vista della sfida contro il Napoli che potrebbe essere a rischio per i casi Covid nel gruppo squadra dei partenopei. “La mia opinione non conta, bisogna solo rispettare i ruoli – aggiunge il tecnico bianconero – ed è più semplice di ciò che serve: uno detta le regole, da lì non si scappa. E’ uno stato di emergenza, nell’emergenza vanno trovate soluzioni nel bene e nel male”.

Condizione squadra: “La squadra ha lavorato bene, ne avevamo bisogno. Abbiamo lavorato poco a parte l’ultima settimana. Bonucci fuori domani e domenica di sicuro, vediamo per la Supercoppa; Danilo la prossima settimana sarà a disposizione, Pellegrini e Kaio hanno avuto un attacco influenzale e hanno lavorato da soli, non ci saranno domani; abbiamo recuperato Chiesa e Dybala. Ramsey è tornato oggi dopo il permesso per lavorare in maniera differenziata in Inghilterra, comunque è un giocatore in uscita. Arthur aspettiamo oggi l’esito del tampone se è negativo”.

Morata:  “Morata non parte. È un giocatore che l’anno scorso ha fatto 21 gol, quest’anno è già a 7. È un giocatore di rendimento, il problema di Alvaro è che nel calcio ci sono le etichette. Ha numeri da giocatore importante ma è visto come uno a cui manca qualcosa. Io ci ho parlato e gli ho detto che da qua non si muove perché per trovare uno alla sua altezza serve prendere i migliori 4 o 5 attaccanti. Alvaro rimane con grande entusiasmo, chiuso il discorso”.

Le condizioni di Chiesa e Dybala. Dubbi di formazione: “I difensori sono due, di terzini ne ho tre. Cuadrado è pure diffidato ma abbiamo tre partite una dopo l’altra. Chiesa sta molto bene, devo fare una scelta tra chi far giocare davanti. Chiesa e Dybala, essendo tornati entrambi da un infortunio lungo, potrebbero alternarsi per abituarli al ritmo partita. O gioca uno o gioca l’altro. Avendo fuori Ramsey e Arthur, Locatelli giocherà di nuovo centralmente e tra McKennie, Rabiot e Bentancur ne giocheranno due”.

Nuovo anno: “Abbiamo lavorato sul piano fisico e su quello tecnico. Abbiamo lavorato molto, ci servivano questi giorni. Da domani saremo pronti per affrontare le sei partite di gennaio che saranno molto importanti per la stagione. Abbiamo con la Samp una partita di Coppa Italia, poi la Supercoppa e quattro partite di campionato molto complicate”.

Contagi:  “Ci sono gli organi di competenza che devono decidere. Noi possiamo solo allenarci e giocare con quelli che abbiamo. Questo è uno stato di emergenza e bisogna trovare le soluzioni, nel bene o nel male”. Arthur resta? “Al 99% la rosa rimane questa”.

Rinviare la gara: “Noi ci siamo preparati per giocarla e la giocheremo. Per noi è importante, dobbiamo pensare solo alla partita contro una squadra che ha cinque punti in più di noi e gioca bene. Le altre dinamiche non sono di mia competenza. Noi dobbiamo solo prepararci: allenamento stamattina, poi rifinitura. Sarà una partita difficile, il Napoli in emergenza a San Siro aveva già vinto contro il Milan. La mia opinione personale non conta niente, dico che bisogna rispettare i ruoli, chi comanda deve prendersi le responsabilità e decide. Non so quali siano alla lettera i decreti, ma so solo che se ci dicono che domani si gioca, noi dobbiamo prepararci e presentarci”.

Sognare lo scudetto: “L’Inter è la squadra nettamente favorita per vincere lo scudetto. Non me ne voglia Simone (Inzaghi n.d.r.), ma può perderlo solo lei lo scudetto. Noi dobbiamo fare un passetto alla volta e poi vediamo. Cerchiamo di vincere la prima partita dell’anno e dare un altro colpetto alla classifica”.

Rinforzo in attacco: “I gol mancano dai centrocampisti, sulle palle inattive. L’attacco ha fatto il suo, abbiamo due acquisti come Dybala e Chiesa che ci daranno una grossa mano e faranno quattro mesi importanti. Gli acquisti a gennaio incidono poco, dobbiamo migliorare quello che abbiamo. Per raggiungere gli obiettivi bisogna viaggiare a una velocità di crociera che a noi è mancata, bisogna cercare di tenere sempre il motore acceso”

 

Insigne via, tifosi sui social: “Un addio triste”. L’intermediario: “Darà il massimo per il Napoli”

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Napoli – “Ha fatto quello che avrebbe fatto chiunque, nulla da dire, solo grazie per l’impegno e la maglia sudata ogni partita. Quello che fa storcere un po’ il naso è la tempistica: a due giorni da una partita così importante, soprattutto per i tifosi… si poteva attendere la fine del campionato, così che nessuno avrebbe potuto dire nulla. Ora gli sfottò sono dietro l’angolo, ad ogni errore, gol mangiato. Un epilogo triste”. Così Antonio, tifoso del Napoli, sui gruppi social degli ultrà commenta l’addio di Lorenzo Insigne, che ieri sera ha firmato il suo nuovo contratto con il Toronto. Un commento che sintetizza quello di tanti altri sostenitori azzurri. Insigne andrà in Canada a 31 anni, con un contratto di cinque da 11,5 milioni di base di stipendio annuo più 4 milioni di bonus.

Un contratto raccontato oggi da Andrea D’Amico, agente e intermediario, a Radio Marte: “Lavorando per Toronto come loro rappresentante, quando i tempi l’hanno consentito – racconta – ho fatto in un lampo questa transazione con Lorenzo. Ci sono state molte carte con il contratto MLS e Toronto. Il Toronto può prendere Insigne già a gennaio? Sicuramente no, l’operazione è stata pensata per portarlo a luglio. Ora Lorenzo è concentrato al massimo per la stagione con il Napoli. Fin quando sei in contatto con una squadra dai il massimo per quella squadra, poi ti concentri su altro, non ci trovo niente di strano, è lavoro”.

Il capitano azzurro di Frattamaggiore, in provincia di Napoli, lascerà la città dove ora vive, a Posillipo, e costruirà un pezzo di carriera nuova, ma senza giocare da avversario del Napoli. Un desidero che nel tempo potrebbe legarlo ancor di più ai tifosi che hanno sempre malvisto chi, da napoletano, ha lasciato la maglia azzurra per tornare da avversario. Due su tutti, Fabio Cannavaro, che lasciò presto la città per fare poi carriera in Inter, Juventus e Real Madrid, e prima ancora per Ciro Ferrara che dopo 10 anni in azzurro andò a giocare altri 10 alla Juventus.

Insigne non voleva lasciare con quest’ultima spaccatura con i tifosi che in questi anni lo hanno apprezzato, ma anche criticato fortemente qualche suo errore. Lui ha invece un legame vero e personale con la maglia azzurra e proprio per questo non se la sentiva di affrontarla, oltre al fatto di aver avuto l’offerta così forte dal Canada. Ma si era ormai deteriorato il rapporto con la società, con la quale Insigne era entrato in collisione già nel novembre 2019 quando – dopo il pari con il Salisburgo in Champions League – insieme a Mertens, Callejon e Allan aveva guidato il ‘no’ a Edoardo De Laurentiis che voleva far tornare la squadra in ritiro. Da allora Insigne è rimasto in campo, con la fascia di capitano e legando con gli allenatori, ma lontano dal presidente De Laurentiis che lo ha inserito nella lista dei giocatori ai quali tagliare l’ingaggio per tenere economicamente a galla il Napoli. L’offerta di 3,5 milioni per il rinnovo dell’ingaggio è stata ritenuta insoddisfacente e il capitano ha deciso di chiudere la sua avventura in azzurro e partire per l’altra parte del mondo. Ma da qui a giugno il sogno resta quello di vincere con la maglia del Napoli.

Se il Sindaco dice ai suoi cittadini “andate fuori a cercare lavoro”

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Benevento – Sono quindici, alcuni di loro hanno famiglia con figli da sfamare. Verranno presto dimenticati, vittime di un’altra angosciante vicenda che definisce il quadro desolante di un territorio moribondo. Quindici lavoratori che hanno dato tutto nella lotta al Covid nel periodo più difficile dal Dopoguerra. Non si sono risparmiati nonostante una situazione di precarietà assoluta, di profonda incertezza sul domani, con contratti in scadenza di mese in mese. Hanno rischiato in un luogo in cui il contagio galoppa più che altrove: un ospedale. E sono stati scaricati. Contratto scaduto il 31 dicembre, addio rinnovo. E basterebbe già questo, non servirebbe aggiungere altro, per spingere le istituzioni a non indirizzare lo sguardo altrove.

Oggi una loro delegazione è stata ricevuta a Palazzo Mosti. Avrebbe dovuto esserci il direttore generale del San Pio, Mario Ferrante, e non si è presentato (al suo posto il direttore sanitario Di Santo). C’era invece il Sindaco di Benevento, Clemente Mastella, che non ha trovato una frase migliore di questa: “Andate fuori, dove il lavoro c’è e il percorso è più breve”. Lui, primo cittadino da oltre cinque anni, lo ha detto a genitori, padri e madri di famiglia, come se fossero le parole più naturali del mondo. Chissà quante volte i quindici le avranno sentite pronunciare da amici e parenti, inammissibile che lo dica un Sindaco che ha basato la recente campagna elettorale sulla sua quarantennale carriera politica. Un curriculum che torna spesso nel cassetto quando c’è da risolvere le tante, tantissime questioni che attanagliano i precari della sua comunità.

Quella del lavoro è un’emergenza nell’emergenza. Da qualche giorno sui social gira un’immagine eloquente, una foto scattata lo scorso 2 gennaio alla stazione centrale di Benevento: decine di persone in attesa di un treno verso il Nord, verso una salvezza e un futuro altrimenti cancellati dal malgoverno. Vanno via non per consiglio, ma per necessità, una questione di vita o di morte. Chi è in politica da 40 anni dovrebbe saperlo, più che stappare bottiglie sventolando classifiche sulla qualità della vita ogni qual volta la sua città scala una, al massimo due posizioni nei bassifondi in cui è relegata. Ma dovrebbe soprattutto fare qualcosa per cambiare finalmente lo scenario guardandosi bene nel dare indicazioni che rasentano la banalità. A fornirle ci pensa già la realtà deprimente.

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