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Torre Annunziata, danni e furti agli automezzi della Misericordia e dell’associazione ‘Fratres’

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Torre Annunziata (Na) – Furto e danni agli automezzi della Misericordia e dell’associazione Fratres di Torre Annunziata (Napoli), realtà di volontariato che stanno svolgendo un ruolo fondamentale per la città vesuviana dall’inizio della pandemia. Stando a quanto denunciato dai responsabili delle due strutture alle forze dell’ordine, sconosciuti si sarebbero infatti introdotti all’interno delle sedi di via Torretta di Siena e avrebbero danneggiato i mezzi di soccorso (ambulanze e altri veicoli): alla Misericordia sono stati in particolare mandati in frantumi i vetri di quattro mezzi e portati via gasolio e una scala antincendio in dotazione per le attività di protezione civile; alla Fratres invece danni sono stati denunciati all’autoemoteca, con il furto di materiale dal vano generatore e dal gruppo elettrogeno.

Sul caso interviene il consigliere regionale di Europa Verde, Francesco Emilio Borrelli: ”Ritengo quanto accaduto un atto ignobile e vergognoso. Solo dei vigliacchi hanno potuto commettere dei reati così deplorevoli nei confronti di un’associazione che ogni giorno fa del bene a tutta la comunità. La Fratres è inoltre stata in prima linea durante tutta la pandemia da Covid-19, fornendo supporto alle strutture di sanità pubblica con i propri mezzi e uomini”.

Sulla vicenda è intervenuto anche il presidente di Fratres Campania, Peppino Festa: ”Siamo un’associazione cristiana, pertanto a queste persone posso solo chiedere di ravvedersi. Il loro gesto non ha danneggiato solo noi ma tutta la comunità che, fino a quando i mezzi non saranno riparati, non potrà usufruire dei nostri servizi. Ricordo, anche agli autori di questo gesto, che chiunque abbia necessità di ogni genere può venire da noi a chiedere un aiuto: noi siamo sempre pronti ad ascoltare e dare una mano al prossimo”

Insigne fuori per infortunio, i tifosi del Napoli lo applaudono

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Napoli – Applausi e cori di incitamento per Lorenzo Insigne, costretto a lasciare il terreno di gioco per un infortunio muscolare nel primo tempo della sfida tra Napoli e Sampdoria. Il capitano dei partenopei dalla prossima stagione giocherà in Canada con il Toronto, una scelta che ha diviso la tifoseria che comunque oggi al “Maradona” ha voluto incitare il giocatore, non facendogli mancare il proprio sostegno.

Covid, il Comitato Genitori per la Scuola Benevento: “Subiamo decisioni discriminanti”

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Benevento – “Egr. Dirigenti scolastici, 
quali genitori di alunni ed alunne di istituti scolastici colpiti dall’ordinanza di chiusura regionale ed a seguito della quale è stata comunicata l’attivazione della DAD da lunedì 10 gennaio, volevamo sottoporre alla Vs attenzione poche e brevi riflessioni.
Non riteniamo di dover entrare nelle valutazioni di legittimità né del provvedimento della Regione, che ha solo sospeso le lezioni in presenza ma non disposto la DAD, né delle conseguenti misure da Voi adottate per la didattica, pur consapevoli della chiarezza della norma di cui all’art. 1 del DL 111/2021 che consente tale facoltà solo in zona rossa; non è questa certamente la sede e comprendiamo gli enormi sforzi fatti dagli Istituti scolastici per garantire il funzionamento regolare del servizio scolastico”. Così in una nota il Comitato Genitori per la scuola Benevento.
“Allo stesso modo, tuttavia, – prosegue la nota – non possiamo tacere che ormai siamo al terzo anno scolastico dall’insorgenza della pandemia e siamo ancora noi famiglie a dover sopportare il costo emotivo, organizzativo ed economico di scelte che, come lo scorso anno, riguardano solo e soltanto la Regione Campania.
La chiusura delle scuole del primo ciclo, ossia proprio quello che necessita della presenza e dell’aiuto costante di un adulto, genera, quando tutto il resto è aperto, enormi difficoltà che non vengono affatto considerate.
Con l’entrata in vigore delle nuove norme nazionali – che garantivano la chiusura solo in zona rossa, accogliendo il principio da noi fortemente sostenuto e condiviso che la scuola dovesse essere l’ultima ad essere chiusa e la prima ad essere aperta – pensavamo di esserci lasciati alle spalle la pesante e ancora incomprensibile discriminazione degli studenti campani rispetto ai loro coetanei di altre regioni.
Invece oggi ci troviamo al punto di partenza: proprio la scuola, che dovrebbe avere tra i suoi obiettivi primari il contrasto alla discriminazione, si trova a determinare evidenti diseguaglianze tra i discenti.
Siamo allo stremo e non abbiamo più la forza di affrontare da soli questa ennesima chiusura che, sappiamo ormai per esperienza, potrebbe andare ben oltre la data stabilita dall’ordinanza.
Ci troviamo, ancora una volta, da soli a dividerci tra il lavoro e la necessaria presenza in casa durante l’orario scolastico; siamo quindi costretti a dover ricorrere o all’aiuto dei nonni (soggetti fragili che dovremmo tutelare) o di altri familiari disponibili, per chi li ha e sempre che siano in grado di destreggiarsi con la tecnologia, oppure, senza alcun contributo, perché ovviamente non previsto nell’ipotesi di chiusure stabilite da ordinanze regionali, a rivolgerci, per chi ne ha la possibilità economica, a persone terze.
Anche questo genererà discriminazioni tra le famiglie che hanno risorse, familiari e/o economiche, e quelle che invece ne sono sprovviste; ancora una volta la scuola, presidio di democrazia, fallirà la sua funzione.
In considerazione di quanto rappresentato chiediamo che venga espressamente previsto che la mancata presenza in Dad NON venga considerata assenza, ciò al fine di non aggiungere un ulteriore danno per le famiglie in difficoltà.
Confidando nella comprensione e collaborazione che ha contraddistinto e dovrà sempre contraddistinguere la relazione Scuola – famiglie porgiamo cordiali saluti.

Picco contagi, gli ultras del Napoli: “Visto l’aggravarsi della situazione sanitaria restiamo fuori”

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Napoli – I gruppi di ultras del Napoli escono di nuovo dallo stadio Maradona per salvaguardare i tifosi delle due curve dal possibile contagio nel periodo picco del virus del covid.

“Visto l’aggravarsi della situazione sanitaria – scrivono gli ultras della Curva A – vengono a mancare i requisiti essenziali della nostra presenza come il tifare e lo stare vicini. Ci vediamo costretti a uscire dalla nostra curva, augurandoci che la situazione attuale migliori per tutti”.

L’assenza degli ultras a Napoli non è legata alla nuova restrizione a 5.000 tifosi negli stadi, come spiega un volantino distribuito all’esterno del Maradona dalla curva B: “Valuteremo di volta in volta – si legge – lo sviluppo pandemico augurandoci un rapido mutamento delle condizioni che inibiscono la nostra presenza. Tale presa di posizione non è in polemica con le restrizioni attuate perché non abbiamo le competenze per giudicarle, ma per senso di responsabilità verso la nostra gente in un momento tanto delicato”.

Domani si torna a scuola? La Grande Confusione. E al Grenoble scoppia il caso alunni-Bes

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NAPOLI – “Oggi è sabato, domani non si va a scuola”: ai tempi di Pino Daniele, c’erano delle certezze che nessuno metteva in discussione.

Oggi, invece, che è domenica ed è l’ultimo giorno di vacanza per le festività di fine/inizio anno, chi sa rispondere alla domanda se domani, lunedì 10 gennaio, si torna a scuola?

In Campania, sicuramente in pochi. Perchè, come si sa, il Governo centrale ha deciso che, nonostante le nuove misure anti-Covid dovute al dilagare del contagio da variante Omicron, si torna in classe. Mentre, invece, il Governatore De Luca ha deciso di tenere ancora chiusi gli istituti del primo ciclo: scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado. Vale a dire, fino alle scuole medie.

Sta di fatto che da Roma hanno annunciato che questa scelta sarà impugnata: le scuole, per il ministro Bianchi, devono riaprire. Tutte. E domani il Tribunale già si potrebbe esprimere togliendo ogni dubbio e facendo suonare le campanelle regolarmente in tutti gli istituti già martedì.

Ma, nel frattempo? Domani si torna o no in classe? A Napoli, dove il sindaco Manfredi ha scelto di non prendere posizione tra l’incudine del Governo Draghi e il martello del Governatore De Luca, l’impressione è che si andrà in ordine sparso.

Una situazione emblematica dell’inevitabile confusione si registra presso il prestigioso Istituto Francese di Napoli di via Crispi, a Chiaia: una delle scuole dell’èlite napoletana. 

I genitori degli alunni del Grenoble sono spaccati tra chi è intenzionato in ogni caso a mandare i figli a scuola e chi è rassegnato alla Dad. 

E un avviso della direzione dell’Istituto non ha fatto altro che accendere ancor di più gli animi. Infatti, la nota della direttrice Nathalie Mary-Benies ha ricordato ai genitori, citando il decreto legge 44 dell’aprile dello scorso anno, che si è ridefinita in maniera estensiva la nozione di alunni con Bisogni Educativi Speciali. Possono essere considerati tali anche i piccoli con “bisogni socio-economici, linguistici e culturali al fine di consentire una migliore inclusione”.

La direzione, quindi, invita i genitori a considerare se i loro figli possano rietrare in questa  casistica. In tal caso, visto che anche l’ordinanza della Regione ammette gli alunni Bes in presenza, la scuola invierà “istruzioni sanitarie specifiche” e si dice pronta ad accoglierli. In caso contrario, vale a dire per gli alunni che continueranno ad essere senza Bes, non rimarrà che la Dad, la didattica a distanza. 

Per alcuni genitori, una forzatura, visto che comunque la Bes è stata concepita per chi ha uno svantaggio socioeconomico, linguistico o culturale. Un intervento a gamba tesa, un pericoloso tentativo di dribbling all’ordinanza di De Luca. Tanto più che chi ha il compito di individuare i bisogni educativi speciali sono i consigli di classe e finora i ragazzi del Grenoble riconosciuti con tale diritto (con i conseguenti percorsi di personalizzazione dell’apprendimento) sono pochissimi.

Per altri, invece, un tentativo, seppur estremo, di garantire il diritto alla scuola a quanti più ragazzi possibile. 

Oggi è domenica, domani chissà chi andrà a scuola. 

Covid: in Campania ricoveri ordinari in forte crescita, 5 decessi

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Sono 11.815 in Campania, nelle ultime 24 ore, i casi positivi al Covid su 105.508 test esaminati; sostanzialmente stabile l’indice di contagio che passa dall’11,21% di ieri all’11,19% di oggi. Cinque i decessi nelle ultime 48 ore. Aumentano i ricoverati nelle terapie intensive che sono 76 (più 2 rispetto al dato precedente). In forte crescita anche i ricoveri in degenza dove i posti letto occupati sono ora 1.031 (più 70). 

Mancata verifica Green Pass, multati due bar a Napoli

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Napoli – Due bar del centro cittadino di Napoli sanzionati per non aver verificato che gli avventori fossero in possesso della certificazione verde (green pass); a Pianura, invece, multato il titolare di un bar perché egli stesso serviva al banco e non aveva il green pass. E’ questo il bilancio di una vasta operazione di controllo da parte delle forze dell’ordine (Polizia, Carabinieri, Gdf e Polizia Locale) che è stata effettuata nelle ultime ore a Napoli. Nel corso dell’attività sono state identificate 344 persone. I controlli per il green pass hanno riguardato cinque esercizi commerciali Nei Quartieri Spagnoli sono stati rimossi 11 veicoli per sosta vietata. 

Covid, nove nuovi ricoveri all’ospedale ‘San Pio’

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Benevento – Nove nuovi ricoveri nelle ultime 24ore nell’area Covid dell’ospedale ‘San Pio’ di Benevento. E’ quanto emerge dal bollettino giornaliero del nosocomio di via Pacevecchia. 

I pazienti positivi ricoverati salgono a 76: 34 sono sanniti e 42 risiedono fuori provincia. Di questi, 5 sono degenti in Terapia Intensiva, 1 in Terapia Intensiva Neonatale, 12 in Pneumologia/Sub Intensiva, 23 nel reparto di Malattie Infettive, 33 in Medicina Interna e 2 nell’Area isolamento Covid del pronto soccorso. 

Dal febbraio 2020, i pazienti positivi al covid-19 deceduti alla data odierna ammontano a 369 su complessivi 1571 trattati (sospetti 214 e accertati 1357) presso l’Area Covid dedicata, mentre i guariti risultano 863.
Dei 1357 pazienti accertati positivi, trattati da febbraio, 1001 sono residenti nella provincia di Benevento. 

Raddoppio delle Telesina, il Consiglio di Stato accoglie il ricorso della Medil

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Benevento – C’è una notizia buona e una meno. E riguarda la Telesina, nello specifico il ‘benedetto’ raddoppio del quale si parla da un po’ di tempo. La notizia buona è che la macchina si sta muovendo, sta andando avanti. Quella meno è che si dovrà attendere ancora un altro po’ di tempo prima dell’effettiva aggiudicazione dei lavori. Il maxi appalto da 390 milioni di euro ha incrociato il proprio percorso con le carte bollate. La V^ sezione del Consiglio di Stato, infatti, ha accolto il ricorso del Consorzio sannita Medil. Questo, da una parte, avvicina il sodalizio sannita all’aggiudicazione, dall’altro porta a dover fermare i cantieri per almeno 4 mesi. Medil ha visto crollare tutti i motivi del ricorso presentati dalle società concorrenti, alle quale è andata decisamente peggio in Consiglio di Stato. L’Ati Ghella – Coop muratori e braccianti di Carpi è stata esclusa completamente a causa dell’inserimento di varianti tecniche non ammesse. Resta la sola Ati De Sanctis – Icm spa – Integra società cooperativa – Rcm costruzioni a giocarsi l’assegnazione dei fondi per il raddoppio della Telesina. Ma neanche questa società può dormire sonni tranquilli per alcuni illeciti acclarati che dovranno essere valutati dall’Anas. E proprio all’Anas, adesso, passa la palla, essendo proprietaria della strada statale. La stessa Medil sarà oggetto di accertamenti da parte del verificatore nominato dai giudici. Ma intanto il consorzio che ha caratura nazionale, ma dipendenti e sede a Benevento, si avvicina sempre di più alla Telesina, con la possibilità, finalmente, di dare il via al lavoro di raddoppio di una strada della quale si parla troppo e sulla quale si è agito poco.

 

Sguera risponde all’assessore Rosa: “Risolva il problema dei pini in città”

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Benevento – “Il Dott. Rosa ha ritenuto di replicare in modo stizzito ad un mio comunicato, nel quale ho evidenziato come nell’attività amministrativa posta in essere da alcuni assessori – senza aver mai fatto riferimenti espliciti a chicchessia – si rileva una sovrapposizione/confusione di ruoli tra la parte politica e quella dirigenziale; ho, altresì, rilevato come alcuni interventi (sempre di ordinaria amministrazione) vengano disposti in Città a “macchia di leopardo”, in tal modo evidenziando una chiara mancanza di programmazione organica, con conseguenti vantaggi solo in favore di alcune zone cittadine e a discapito di altre”. Così in una nota Vizzi Sguera, consigliere comunale di Benevento. 
“Principi semplici – aggiunge – che dovrebbero essere noti tanto a chi si occupa di amministrazione da pochi giorni, quanto a politici navigati.
Ciò detto, devo ritenere che la nota stizzita e “divertita” del Dott. Rosa – che non è stato da me menzionato – integri alla perfezione il contenuto del brocardo latino: “Excusatio non petita, accusatio manifesta”, atteso che si è auto chiamato in causa come se fosse l’unico assessore dell’ente.
In ogni caso, colgo l’occasione per chiedere al Dott. Rosa, – che stimo sia come persona che come professionista – di risolvere, nella sua qualità, il problema dei pini in Città con una auspicabile sollecitudine, mostrando fattivamente il suo impegno materiale alla conclusione positiva di almeno una delle questioni cittadine.
Sarò pronto, all’esito, a complimentarmi, riconoscendogli la capacità di aver dipanato una questione che da anni l’amministrazione comunale non è in grado di districare e a ridere insieme a lui, cercando di non incorrere entrambi nell’altro proverbio latino: “risus abundat in ore stultorum”. 

Sguera: “Basta con decisioni ‘a piacere’, è tempo di affrontare questioni concrete”

Rosa: “Divertente essere criticato per i fatti e non per le mancanze”

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