- Pubblicità -
Tempo di lettura: 3 minuti

Una corsa contro il tempo per aiutare il piccolo Alessandro Maria Montresor, da tutti conosciuto come Alex, il bimbo di diciotto mesi nato a Londra da papà Paolo veronese e mamma Cristiana di Napoli, affetto da una rara malattia genetica (Linfoistiocitosi Emofagocitica) che necessita al più presto di un trapianto di midollo osseo per sopravvivere. La gara di solidarità avviata dall’Admo (Associazione donatori di midollo osseo) in tutta Italia ha contato, solo in Campania, migliaia di volontari che si sono sottoposti nelle piazze di Napoli, Caserta, Benevento, Salerno e Avellino, a un prelievo di sangue per testare la propria compatibilità.

Il donatore, non italiano, è stato trovato ma ha dato disponibilità solo a metà gennaio: troppo tardi per il piccolo Alex poichè la cura sperimentale a cui è stato sottoposto all’ospedale di Londra sta perdendo progressivamente efficacia; ciò comporta la necessità di arrivare al più presto al trapianto.

Ma c’è un’ultima possibilità, infatti il Great Ormond Street Hospital, d’accordo con il Professore Franco Locatelli direttore del dipartimento di Onco-Ematologia Pediatrica, terapia Cellulare e Genica dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, ha proposto di trasferire Alex a Roma per sottoporlo alle cure dell’equipe italiana. Così il piccolo verrà sottoposto a una tecnica di trapianto innovativa proprio all’ospedale pediatrico capitolino, all’avanguardia per questo genere di cure.

Così a donare sarà il papà Paolo, che rappresenta un’ultima possibilità poichè il genitore viene preso in considerazione come terza scelta; infatti il trapianto da cellule staminali prevede come prima opzione quella di un fratello o sorella compatibili, in mancanza di ciò si ricorre ad un donatore dei registri internazionali con una compatibilità totale o massima, infine, come ultima chance, si può ricorrere a uno dei genitori come donatore.

Ma secondo gli esperti la compatibilità dei genitori è solo del 50%. Da qui la tecnica recentemente presentata al Bambino Gesù: infatti le cellule staminali da trapiantare vengono prelevate dal genitore e manipolate in modo da eliminare gli elementi che potrebbero causare un rigetto e aumentare la compatibilità. Ad oggi sono cinquanta i bambini trapiantati al Bambino Gesù con questa tecnica, e l’85% dei casi  si è risolto con una guarigione.

Nonostante ciò Paolo e Cristiana continuano a lanciare l’appello, in particolare ai giovani, di continuare a iscriversi nel registro italiano dei donatori di midollo osseo per dare speranza e possibilità di vita a tutti coloro sono affetti da malattie del sangue o di midollo come quella del piccolo Alex. I requisiti del donatore sono: età tra i 18 e i 36 anni non compiuti, buona salute generale e proprio l’assenza di malattie del sangue.

GM