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Napoli – Parole fuorvianti e pericolose. La vendita di quei beni significherà una cosa soltanto: che lo Stato si arrende di fronte alle difficoltà del loro pieno ed effettivo riutilizzo sociale, come prevede la legge. Il vero fallimento è parlare di vendita, uno schiaffo alla legge 109/96, un attacco alle migliaia di realtà dell’associazionismo, del volontariato, del mondo della Chiesa e della cooperazione sociale, delle istituzioni assegnatarie di beni immobili confiscati che in questi anni hanno creato economia, lavoro pulito sottraendo ai boss lo strumento del consenso. Del resto in alcuni casi la vendita ad alcune categorie di soggetti è già possibile come extrema ratio e come tale deve essere considerata e non una scorciatoia per evitare le problematiche che si riscontrano nella destinazione e assegnazione dei beni. Oltre alla forte preoccupazione che svendendo i beni confiscati non si fa altro che favorire i clan, che potrebbero riacquistare i beni tramite prestandomi e riciclando i patrimoni e le ricchezze accumulate illecitamente”.
In una nota congiunta Mariano Di Palma e Riccardo Christian Falcone rispettivamente referente regionale Libera Campania e responsabile beni Confiscati Libera Campania commentano le dichiarazioni del presidente De Luca sulla vendita dei beni confiscati.