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di Giovanna Fusco

Massimo Moriconi e Serena Bacherotti, lei parrucchiera, lui bagnino, entrambi originari di Viareggio, sono due giovani toscani decisamente alternativi . Amanti dei viaggi e desiderosi di interfacciarsi con realtà nuove e talvolta tristi, dal 2010 decidono di trascorrere ogni anno diversi mesi nel sudest asiatico, dividendosi tra Cambogia e Laos.

L’essere a contatto con tanta povertà, solitudine e situazioni di abbandono, ha scosso le loro coscienze al punto che, nel 2014, in seguito a un viaggio proprio in Laos, paese che vanta purtroppo il primato come paese più bombardato al mondo, si chiedono: perché non trasformare l’orrore generato dai conflitti e dalla guerra in un mezzo attraverso cui aiutare l’economia di quella popolazione? Da qui la nascita del brand No War Factory.

A volte basta uno sguardo più profondo nelle pieghe della realtà che ci circonda e un po’ di ingegno per riflettere e arrivare a creare qualcosa di unico e sostenibile: una linea di gioielli, appunto, come quella che si “inventano” i due giovani creativi, made in Laos, fatta a mano con l’alluminio ricavato dagli ordigni bellici. No War Factory, inoltre, finanzia anche le associazioni impegnate nello sminamento e nella messa in sicurezza della zona, devolvendo il 10 per cento dei propri profitti all’acquisto e alla distribuzione di filtri che servono a portare l’acqua potabile nei villaggi.

L’aspetto fortemente etico e umano è dettato anche dalla possibilità che l’impresa offre agli artigiani locali di lavorare: le loro creazioni sono piuttosto semplici, cosicché, legati come sono ancora alle loro tecniche tradizionali, il lavoro non viene ostacolato da operazioni più complesse. Massimo e Serena acquistano direttamente dagli artigiani laotiani i manufatti che, importati in Italia, vengono rifiniti e trasformati in gioielli, grazie all’aggiunta di pietre e argento, con la preziosa collaborazione dell’orafa artigiana Francesca Barbarani.

Non solo anelli, bracciali e collane, ma anche portachiavi, gadget, pashmine, magliette: questo esperimento iniziale si è trasformato ben presto in una missione sociale che ha prodotti ottimi risultati economici. Tutti i gioielli sono certificati come atossici, esenti nichel e non radioattivi e sono acquistabili qui https://www.nowarfactory.com/shop/

Ogni anno No War Factory dona una parte di ricavi all’associazione internazionale che si occupa di rimuovere le bombe inesplose, MAG (Mine Advisory Group).

L’odio, la povertà, la guerra sono realtà con cui dovremo sempre convivere, purtroppo, ma ciò non significa che dobbiamo arrenderci passivamente alla loro ineluttabilità: Serena e Massimo sono la dimostrazione che è possibile reagire con intelligenza e creatività, trasformando la violenza in bellezza e il freddo argento delle bombe in luminoso messaggio di pace.