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Napoli – Il concordato non convince, il futuro dell’Anm resta in bilico e nei tre depositi dell’azienda comunale di trasporto pubblico scoppia l’ennesima protesta dei dipendenti. Collegamenti ridotti ai minimi termini, stamattina, in tutta l’area flegrea. Dal sito di Cavalleggeri non è uscito neppure un bus: gli autisti, applicando pedissequamente il Codice della Strada, si sono infatti rifiutati di far entrare in servizio i mezzi più vecchi e non in regola con i piani di manutenzione. Il risultato è presto detto: i quartieri Soccavo, Pianura e Posillipo sono rimasti del tutto isolati dall’alba fino alle dieci. Adesioni più basse, invece, nei depositi Carlo III e di via Puglie, con adesioni alla protesta che si sono assestate, rispettivamente, intorno al 10 e al 5 per cento.
La nuova protesta nasce dall’esito del concordato, sul quale hanno espresso parare sfavorevole alcune sigle sindacali, in particolare gli “indipendenti” dell’Usb. Nel mirino è finita in particolare l’assenza di garanzie circa la continuità aziendale dopo il 31 dicembre 2019 e in merito alle spettanze economiche i dipendenti vantano nei confronti dell’azienda, ma sulle quali non sono state ancora fissate tutte le garanzie del caso. Al termine di un breve ma serrato confronto con le parti sociali stamattina il management dell’Anm è però riuscito a prendere tempo fino a giugno: entro quel mese i lavoratori vorranno però capire il da farsi in maniera chiara e definitiva. La prossima convocazione è stata fissata al 31 gennaio: «Fino a quel giorno – commenta a caldo Marco Sansone del coordinamento regionale dell’Usb – garantiremo il servizio su gomma, siamo disponibili a venire incontro all’azienda nei limiti del possibile ma adesso basta correre rischi sulla nostra pelle e su quella dell’utenza».
Già ieri l’Usb aveva sul punto diffuso un comunicato dai toni durissimi: «I pensionati che chiedono il pagamento del loro Trattamento di Fine Rapporto” sono l’emblema della reale situazione in cui versa l’Azienda Napoletana Mobilità. Il 12 dicembre 2018, la dirigenza dell’Anm, nel comunicare alle parti sociali l’ammissione del piano concordatario da parte dei giudici del Tribunale di Napoli, informava che, in attesa dell’assemblea dei creditori che dovrebbe portare all’omologa, ha provveduto a far partire l’istanza per il pagamento dei crediti dei lavoratori in quanto cosiddetti “creditori privilegiati”. La notizia viene vissuta con enfasi ed entusiasmo da Amministrazione Comunale, Amministrazione Aziendale, Organizzazioni Sindacali e lavoratori. E così, senza nemmeno rendersene conto, o forse proprio perché consci di quanto grave fosse la situazione, azienda e sindacati complici si affrettano a sviluppare un calendario di incontri teso a programmare aumenti parametrali ed avanzamenti di carriera per tutti. Oggi, mentre il servizio è ormai ai minimi storici, e mentre azienda e sindacati complici continuano solo a parlare di promozioni e avanzamenti di carriera, dei pagamenti regressi non v’è alcuna notizia e nessuna certezza».