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La confusione che si sta generando intorno al vaccino ‘Astrazeneca’ rischia di produrre danni irreparabili sul piano della credibilità delle nostre istituzioni. 

Le notizie che rimbalzano in ogni angolo del web, su presunte correlazioni tra la somministrazioni di Astrazeneca e reazioni avverse particolarmente virulente, non fanno che aumentare il già forte disorientamento che regna in buona parte dei cittadini. La decisione dell’Aifa di sospendere temporaneamente la somministrazione del vaccino anglo – svedese ha avuto, com’era lecito attendersi, un effetto semplicemente deflagrante.

Oltre ad alimentare le già forti pulsioni anti – scientifiche presenti nel nostro Paese, ha indotto un ulteriore senso di sfiducia e di sospetto anche in chi – nella propria quotidianità – non abbocca alle fantasticherie no vax. E per di più tali sentimenti sono assolutamente legittimi.

Il silenzio delle istituzioni, della politica, di chiunque dovrebbe mettere un punto di chiarezza sulla vicenda, è assolutamente imbarazzante. L’Aifa fa il suo lavoro. Ad altri toccherebbe spiegare cosa sta realmente accadendo. Non bastano le parole di virologi coraggiosi come Crisanti che cercano di render conto di come funziona la prassi di controllo in questi casi. Va bene la sobrietà del nostro Primo Ministro, a capo del non altrettanto sobrio ‘governo dei migliori’, ma il mutismo in quella che rischia di essere la faccenda più delicata dell’ultimo ventennio è privo di senso. 

Si abbia il coraggio di trattare i cittadini come esseri pensanti, in grado di intendere, di volere e di discernere. Si spieghi con chiarezza in cosa consiste il processo di controllo che le istituzioni deputate a regolare la materia stanno mettendo in atto. Parole di chiarezza alle quali avrebbero diritto anche 1.093.800 di persone alle quali è stato inoculato Astrazeneca. 

Ad ora non vi sono evidenze scientifiche che dimostrino una correlazione tra il vaccino Astrazeneca e gli episodi gravi verificatisi. Anche se dalla Germania il Paul-Ehrlich-Institut avrebbe raccolto dati che indurrebbero a ritenere una qualche correlazione. Ad ogni modo l’Ema si pronuncerà nella giornata di giovedì. Non c’è ragione di credere che si procederà a un blocco della somministrazione di questo vaccino. Ma forse, anche in questo caso, sarà troppo tardi. Il carro potrebbe già essere scappato con tutti i buoi.

Infine, un appello alla responsabilità andrebbe fatto anche agli operatori della nostra categoria. Fare informazione al cospetto di una vicenda così complessa richiede un surplus di attenzione e di equilibrio. Spesso, purtroppo, tendiamo a dimenticarlo.