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Napoli – “La strategia di De Luca di sfuggire alle sue responsabilità è ridicola e facilmente confutabile. Sa bene, il governatore, che non sarebbe mai stato possibile ottenere dal ministero della Salute alcun fondo per l’edilizia ospedaliera, alla luce dei ridicoli piani presentati a sua firma e puntualmente viziati da criticità, profili di illegittimità e assolutamente non conformi alle prescrizioni ministeriali, per questo sistematicamente rispediti al mittente. Così come ricorderà bene, questo professionista della menzogna, che se soltanto di recente è stato approvato il piano ospedaliero regionale, è perché scritto sotto dettatura dei tecnici del ministero con riguardo al rispetto degli standard di legge. Ed è solo così che ha ottenuto il via libera il 20 dicembre scorso. L’unico ritardo lo deve alla sua volontà di provare a imporre un piano a uso e consumo di favori elettorali da distribuire”. Così la consigliera regionale del Movimento 5 Stelle Valeria Ciarambino.

Se avesse voluto realmente mettere mano a interventi che avrebbero evitato i casi di formiche in corsia, la pioggia nei reparti e altre tantissime criticità strutturali disseminate nelle strutture campane e all’origine di disagi e scandali, De Luca si sarebbe impegnato a investire fino all’ultimo centesimo il miliardo e 700 milioni delle prime due fasi del piano di investimenti per le infrastrutture sanitarie. Di quei soldi, come certificato dalla Corte dei Conti, sono stati impegnati appena 500 milioni. E la colpa è da ricondurre alla palese incapacità a realizzare progetti per ammodernare strutture ospedaliere ancora oggi vetuste e inadeguate. Sorprende, inoltre, che solo dopo che abbiamo portato alla luce la relazione del Dipartimento di Igiene, oggi il governatore non parli più di alcun complotto né di mandanti per i ripetuti casi di formiche che infestano il San Giovanni Bosco, ma ammetta finalmente che il problema è di natura strutturale. Provvedesse, allora, a rimuovere i dirigenti responsabili e si scusasse pubblicamente con gli infermieri che sono stati oggetto di un ingiusto provvedimento di sospensione”.