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“Avrete letto e ascoltato in questi giorni dell’abrogazione della delibera 279, che vietava di assumere nei Gruppi consiliari parenti dei consiglieri regionali entro il terzo grado. Ebbene, vi racconto come stanno veramente le cose. La polemica montata ad arte dal centrodestra, che sosteneva che con l’abrogazione si lasciasse spazio all’assunzione in Consiglio regionale di mogli, figli e nipoti era solo fumo da lanciare negli occhi dei cittadini campani. Quella delibera approvata dal Governo Caldoro nel 2013 per sbandierare un impegno contro la parentopoli regionale, era in realtà solo una piccola foglia di fico per ingannare i cittadini”. Così la vicepresidente del Consiglio regionale della Campania e capogruppo regionale M5S Valeria Ciarambino in un post sulla sua pagina Facebook.

“Un impegno evidentemente fittizio – spiega Ciarambino – perché, se è vero che bloccava le assunzioni dei parenti nei soli gruppi consiliari, le consentiva invece agilmente all’interno degli staff dei presidenti di commissione, dei membri dell’Ufficio di Presidenza e del capo dell’opposizione. Parliamo di ben 150 possibili parenti, inclusi figli, mogli e mariti, che non entravano dalla finestra, ma direttamente dal portone principale. Quando lo abbiamo scoperto abbiamo chiesto e ottenuto che le restrizioni valide per i Gruppi consiliari fossero estese anche a tutti gli staff. Da ieri – conclude la vicepresidente del Coniglio regionale – sono felice di potervi informare che nessun parente dei consiglieri regionali potrà più essere assunto. Una vittoria che porta in alto i nostri valori e i nostri principi. E il centrodestra, che pensava di fare lo scoop e provare con la propaganda a superare il M5S sul tema della lotta ai privilegi, è rimasto fregato e ha dovuto ingoiare un boccone amaro”.