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Salerno – E’ di marzo scorso la notizia dell’inquinamento da dischetti di plastica verificatosi sulle coste campane a causa di un cedimento strutturale di una vasca dell’impianto di depurazione di Paestum. Nonostante l’impegno di Legambiente e Clean sea life, che hanno provveduto a ripulire le spiagge raccogliendone oltre 160mila, decine di milioni sono stati spinti dalle correnti lungo tutte le coste tirreniche raggiungendo addirittura la Spagna.

Ancora oggi, dopo quasi un anno, quei dischetti continuano a mietere vittime nei mari italiani e non solo; a seguito del ritrovamento di una carcassa di tartaruga “Caretta caretta” sul litorale di Marina di Camerota, nel Cilento, e alla sua autopsia da parte dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno, in collaborazione con l’Anton Dohrn, giunge la notizia sconvolgente. Il suo stomaco era stracolmo di plastica, che aveva otturato anche il suo intestino: i ricercatori hanno sgranato gli occhi alla vista di un bicchierino di caffè, una confezione di M&M’s, un’etichetta in arabo, che grazie alla lettura del codice a barre si è scoperto provenire dall’Algeria e ben sette dischetti di plastica provenienti proprio da quel depuratore. 

Secondo i ricercatori, la tartaruga aveva inghiottito la plastica, scambiandola per calamari e meduse, un equivoco che le è costato la vita. 

Non dimentichiamo gli altri due casi analoghi in Francia, ma anche l’esemplare di “Caretta caretta“, avvistato e recuperato al largo di Capo Miseno (NA), ritrovato con una lunga corda che fuoriusciva dalla sua bocca e che con l’altro capo la stava quasi per strangolare. Oppure il caso del capodoglio spiaggiato sulle coste di Ischia il 24 dicembre: nel suo stomaco buste di plastica e nylon.

Sull’emergenza plastica, il Centro ricerche tartarughe marine in Campania della Stazione Zoologica Anton Dohrn ha pubblicato un post su Facebook, in cui dice: “Ogni azione ed ogni scelta che facciamo, ha un effetto sul mondo in cui viviamo e sui suoi abitanti. Vi ricordate dei dischetti di plastica che hanno invaso le nostre spiagge (e il nostro mare) la scorsa primavera?
Dopo varie indagini si scoprì che erano filtri di un depuratore rotto. Oggi è stata fatta un’ autopsia su una tartaruga morta a Sapri, nel suo stomaco sono stati trovati ben 7 di questi dischetti, insieme a molto altro materiale di plastica. Scegliete di non usare plastica, rifiutate le cannucce al bar, scegliete le eco ricariche, i piatti in ceramica, i bicchieri di vetro e se non è possibile scegliete la carta. Siate consapevoli che sta a noi scegliere di agire per difendere il nostro mare!”. Dunque, delle abitudini che per noi potrebbero essere indifferenti ma che potrebbero salvare la vita a centinaia di migliaia di specie marine.