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In Italia, ogni volta che si desidera costruire una struttura stabile è obbligatorio ottenere il permesso di costruire, che va approvato a seguito della verifica della possibilità di costruire nella zona scelta e dell’approvazione del progetto. In tutti gli altri casi non è possibile farlo e, se si fa, si commette un reato, quello di abusivismo edilizio. Ci sono tuttavia alcuni provvedimenti speciali emanati dal governo che permettono, in alcuni casi, di risolvere eventuali abusi attraverso il pagamento di una penale. Si parla in questo caso di condono, ma è un’azione che va compiuta dopo la costruzione e segue alcune regole precise. Per sapere le novità riguardanti il condono edilizio nel 2023 si consiglia di seguire le pubblicazioni in gazzetta ufficiale o di informarsi su canali tematici di arredamento e ristrutturazione come il blog di Bassetti Home Innovation.

Valutiamo nel dettaglio quali sono le casistiche in cui si può costruire senza permesso e quali sono i requisiti per usufruire di questa particolare concessione.

 

Quando si può costruire senza permesso

Con il diffondersi delle casette in legno prefabbricate e della bioedilizia si è creato un equivoco in merito ai permessi. Dal momento che le case sono già pronte per essere installate o sono realizzate con materiali rimovibili e non impattanti, si ritiene che non sia necessario ottenere il permesso di costruire. E non c’è niente di più sbagliato perché ogni costruzione ad uso abitativo è soggetta alle normative vigenti in ambito edilizio e non può essere costruita senza la verifica dell’edificabilità del terreno e il permesso del comune in cui si desidera realizzarla.

Il testo di riferimento per l’edilizia è il Testo Unico dell’edilizia, che risale al giugno 2001. In esso sono contenuti tutti gli articoli utili a capire come e dove è possibile costruire un’abitazione. Secondo quanto stabilito dall’art. 3, l’unico caso in cui è concesso costruire una struttura senza richiedere un permesso è quando l’esigenza da soddisfare è temporanea e deve avere un utilizzo ricettivo. Se la struttura è di tipo abitativo, anche se dovesse essere mobile, come ad esempio la roulotte, necessita di autorizzazione per poter sostare, anche perché per poter usufruire dei servizi di cui si compone spesso ci si allaccia ai sistemi pubblici dell’acqua o, a seconda della situazione, anche all’elettricità.

Non bisogna infine dimenticare che ogni comune ha un proprio regolamento per le costruzioni edilizie ed è quindi a quest’ultimo che spetta l’ultima parola sull’ok a costruire.

 

Casette in legno: la normativa
L’articolo 6 del Testo unico dell’edilizia precisa che alcuni interventi possono essere realizzati senza l’obbligo di avere il titolo abitativo, ossia gli interventi che riguardano la manutenzione ordinaria, come le riparazioni e i piccoli interventi volti a migliorare l’efficienza dell’abitazione, gli interventi per l’eliminazione delle barriere architettoniche e le operazioni di ottimizzazione degli impianti già esistenti.
In quest’ultima parte si potrebbero inserire anche le casette prefabbricate in legno, perché, a patto che vengano rimosse dopo la temporanea necessità, non hanno bisogno di particolari permessi, in quanto rientrano nell’edilizia libera.

 

Edilizia libera: quali strutture rientrano

I lavori di edilizia libera sono quelli che si possono fare senza chiedere particolari permessi. Nel numero 48 del glossario, alla voce “aree ludiche ed elementi di arredo nelle aree di pertinenza” rientrano nell’edilizia libera anche le strutture come ripostigli e manufatti non stabilmente ancorati al suolo. La grandezza massima può essere di 20 metri quadri, ma per avere l’ok definitivo bisogna sempre chiedere al comune di appartenenza. Sono inseriti in questo elenco anche roulotte e imbarcazioni, ma devono avere lo scopo turistico.