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Stabilita la data dei prossimi esami di maturità e svelata la modalità di svolgimento, il ministro dell’istruzione, Patrizio Bianchi ha fatto il punto della situazione sulle scuole. Il successore di Lucia Azzolina, parlando al quotidiano La Stampa e a Radio Rai 1, ha spiegato come mai il Governo sia stato costretto a rivedere piani e strategia, arrivano a prendere la decisione di chiudere gli istituti. 

CovidCi siamo trovati di fronte a un rapidissimo cambiamento della situazione epidemiologica. La variante inglese ha modificato radicalmente il quadro, perché colpisce i ragazzi e non solo quelli tra i 10 e i 19 anni, ma anche i più piccoli. Abbiamo chiesto un parametro chiaro. Il Cts ce lo ha dato, ovvero 250 casi ogni 100 mila abitanti. Abbiamo fatto delle scelte.

ScuoleIn questo periodo non sono mai state chiuse. Bisogna iniziare ad aggiungere, fare percorsi di sostegno dei singoli, non con tutti seduti al banco fino al 30 giugno ma con percorsi individuali. Gli insegnanti sono presenti fino al 30 giugno per tutte le attività. Si tratta di portare avanti questo lavoro, siamo solo a marzo e c’è tutto il tempo di verificare la perdita degli apprendimenti. I docenti stanno facendo questo lavoro.

ChiusureChiudere le scuole non è un mio divertimento personale. È una forma di assembramento particolare con confinamento in un’aula per ore. Vanno inoltre considerati i mezzi di trasporto. Chi protesta per la chiusura delle scuole ha ragione da vendere, ma noi davanti a una tragedia come quella che stiamo vivendo dobbiamo essere obiettivi e scevri da condizionamenti ideologici.

DadBisogna usare tutti gli strumenti, avendo una visione dell’educazione. Questa idea di fare la lezione soli davanti al pc è stata superata, lo strumento può mettere in collegamento i ragazzi lontani tra loro. Bisogna allargare le nostre capacità. Dopo si tornerà in presenza facendo tesoro delle esperienze».

Zona rossaSi farà didattica a distanza nelle zone rosse o in quelle con situazioni epidemiologiche che richiedono maggiori restrizioni.