- Pubblicità -
Tempo di lettura: 2 minuti
“Un terremoto”: così una autorevolissima fonte del Pd campano commenta l’elezione di Elly Schlein a leader dei Dem. Un risultato, quello delle primarie del Pd, che ha sorpreso molti, ma soprattutto il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, che si era schierato con Stefano Bonaccini. De Luca stamattina, al convegno della Uil a Napoli sul tema Sanità e Autonomia regionale, ha parlato un po’ di tutto, ma si è rifiutato di commentare la vittoria della Schlein.
 
Del resto, si tratta di una sconfitta politica bruciante per il governatore, per diverse ragioni, la prima della quale è la speranza di De Luca di avere dal partito nazionale il sostegno per modificare la legge elettorale in Campania e ripresentarsi, nel 2025, per il terzo mandato. “Se lo può scordare”, aggiunge la nostra fonte, “è vero che in Campania Bonaccini è andato bene, ma la vittoria della Schlein a livello nazionale rappresenta un duro colpo per De Luca”.
 
Una scelta, quella di sostenere Bonaccini, che è stata dettata da un istinto di autoconservazione: De Luca e il candidato sconfitto dalla Schlein non si sono mai “presi”, ma probabilmente lo sceriffo di Salerno aveva immaginato una vittoria schiacciante del collega presidente dell’Emilia-Romagna, ed è rimasto scottato dal risultato. Restando in famiglia, la vittoria della Schlein è un colpo anche per Piero De Luca, che Bonaccini aveva nominato coordinatore delle politiche per il Sud della sua campagna.
 
Vicepresidente del gruppo Pd alla Camera, De Luca jr. stamattina ha commentato la vittoria della Schlein: “Faccio i miei migliori auguri e complimenti a Elly per la vittoria”, scrive Piero De Luca, “ha interpretato al meglio la voglia di cambiamento. Avrà un compito complesso ma affascinante: guidare la nostra comunità per rinnovarsi e tornare ad essere alternativa di governo a questa destra assolutamente inadeguata. Sarà decisivo anzitutto fare ogni sforzo per mantenere unito il partito, nel rispetto della sua pluralità e ricchezza culturale, progressista, riformista, popolare, evitando il rischio di frantumazioni o divisioni”. Complimenti inevitabili, ma la sconfitta politica resta intatta nella sua dimensione clamorosa. Da oggi i De Luca sono, di fatto, componenti della minoranza del Pd.