- Pubblicità -
Tempo di lettura: 3 minuti

Dicono che se l’è legata al dito. E che, a questo punto, dopo le scelte di Enrico Letta per la segreteria nazionale del Pd che hanno escluso suo figlio Piero, per lui è diventato proprio un fatto personale.

Vincenzo De Luca contro il resto del Pd.

E’ la lotta che caratterizzerà i prossimi mesi e che continuerà ad avere ripercussioni anche sulla scelta del candidato sindaco e sulla coalizione del centrosinistra prossimo venturo che lo dovrà sostenere a Napoli.

Ma non solo. Chi parla col Governatore dice che sta maturando una pazza idea per rovesciare il tavolo, per giocarsi il tutto per tutto: tra due anni, De Luca vuole candidarsi a segretario nazionale del Pd.

Presumibilmente, proprio contro il suo caro nemico Enrico Letta. E vorrà fare come Zingaretti fino a un paio di settimane fa: contemporaneamente, il Governatore e il leader nazionale dei dem.

L’idea gli piace parecchio. E dicono che l’abbia già confidata anche ad un altro Governatore del Sud: un altro eretico del Nazareno, il pugliese Michele Emiliano.

Il cartello col quale sta accarezzando l’idea di scendere in campo per la segreteria nazionale è presto detto: una sorta di Lega sud.

Lo Sceriffo fa sul serio. Anche perchè a Roma, ora come ora, si sente scoperto. Di più: si sente tradito.

Il figlio Piero ha ricevuto un doppio no in poco più di due settimane. Il primo quando è stato avanzato il suo nome come sottosegretario el Governo Draghi. Il secondo quando lo si voleva (almeno) nella segreteria del Pd di Letta.

Il Nazareno gli è stato precluso. Le scelte del successore di Zingaretti sono andate in tutt’altra direzione con Francesco Boccia incaricato di seguire gli enti locali (e supervisionare anche la trattativa che porterà alla scelta del candidato sindaco di Napoli, quindi). E Stefano Vaccari all’organizzazione del partito. Due lettiani doc. Una dichiarazione di guerra.

A Palazzo Santa Lucia, quindi, è scattato questo ragionamento: “Letta mostra i muscoli contro di me? Ora gli faccio vedere chi è Vincenzo De Luca…” Quello stesso Vincenzo De Luca umiliato già una volta da Letta nel 2013 quando, da sindaco di Salerno, fu prima chiamato a far parte del governo presieduto dal professore di Pisa nei panni di viceministro, e poi costretto a dimettersi per non aver mai avuto alcuna delega in quella veste.

Sono cose che non si dimenticano. E, soprattutto, che non sono state mai superate.

Per questo, allora, è già guerriglia: De Luca ha scatenato i suoi con l’intento di far saltare l’alleanza Pd-Movimento 5 Stelle a Napoli. E, prima ancora di far circolare un nome alternativo a Roberto Fico come quello di Gaetano Manfredi, l’ex ministro dell’Università e della Ricerca del Conte 2, aveva cercato il 77enne Raimondo Pasquino quantomeno per avvelenare i pozzi.

La guerra De Luca contro il resto del Pd è solo all’inizio: “Ciò che hanno fatto a Piero, lo hanno fatto a lui”, dice un suo fedelissimo.

Tant’è che il sogno di De Luca Vincenzo è di vedere De Luca Piero suo successore alla presidenza della Regione Campania. Come se fosse proprio un fatto personale.