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Dentro o fuori. E’ il giorno della verità per la sanità campana. Alle 16.30 si riunirà a palazzo Chigi il Consiglio dei Ministri e poco dopo sapremo chi l’avrà spuntata tra il Movimento Cinque Stelle e la Lega. La sostituzione di Vincenzo De Luca dalla funzione di commissario ad acta della sanità campana è la posta in palio del braccio di ferro tra le due forze del governo gialloverde.

Fino a ieri sembrava una partita chiusa. Il ‘ciaone’ dell’esecutivo all’inquilino di palazzo Santa Lucia era dato per scontato, complice anche l’ultima, e durissima, polemica tra il ministro pentastellato Giulia Grillo e il governatore sul ‘caso Sant’Agata’, con l’ospedale saticulano sempre più abbandonato a se stesso e con la protesta della cittadinanza locale che ha toccato punte drammatiche.

Giochi chiusi, pareva, anche per il dopo De Luca, con Enrico Desideri – un tecnico che fino al termine dello scorso febbraio ha guidato le sorti della Asl Toscana Sud Est, prima Arezzo 8 – pronto ad accomodarsi in cabina di regia.

Poi il colpo di scena, con il niet della Lega. A bloccare tutto, il viceministro dell’Economia Massimo Garavaglia. Una presa di posizione, quella dell’esponente politico del Carroccio, figlia di un giudizio positivo sui numeri ottenuti da De Luca.

Apriti cielo, immediata la reazione del M5S con la consigliera regionale Valeria Ciarambino, la prima a tuonare contro l’alleato leghista: “Lasciare la sanità nelle mani di De Luca equivale ad allearsi con il peggior nemico della nostra terra. Se la Lega vuole essere considerata nemica della Campania non c’è strada migliore. La Lega scelga da che parte stare: se dalla parte dei cittadini o dalla parte della cattiva politica”.

Un segnale di guerra prontamente raccolto dai parlamentari campani con le redazioni dei giornali locali invase da comunicati con contenuti e toni analoghi a quelli della leader grillina nel parlamentino regionale: “Dalla riunione del Consiglio dei Ministri ci aspettiamo la sostituzione di De Luca. Se ciò non fosse, la responsabilità avrà un nome e cognome”. Nome e cognome, ovviamente, sono di Matteo Salvini e della sua Lega.

Tra le ragioni di scontro tra le due principali forze di governo, sul tavolo di una partita dal chiaro sapore elettorale, dunque, bisogna annoverare anche la sanità campana. Non certo “una prima volta”, considerato che già in passato le vicende legate a palazzo Santa Lucia hanno pesato sui destini dei governi nazionali. Come finirà questa volta? Nel pomeriggio avremo una prima risposta.